(APH Fan Forum): The Rise of the Allies

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  1. Arthur;ENGLAND
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    Ops 8D *ridacchia*
    Aspettiamo con ansia Neme! :°D *sorseggia tea*
     
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  2. Alexander Von Karma
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    Evvia finalmente sfonderò nel mondo del Cinema! Che posso dire? Sei un mito, genio e un essere superiore (xD) quello che vuoi!
     
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  3. Nemeryal
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    Titolo: (APH Fan Forum): The Rise of the Allies
    Autore: Nemeryal
    Fandom: Axis Power Hetalia, (Axis Power Hetalia Fan Forum)
    Rating: Giallo
    Genere: Avventura, Comico, Generale
    Avvertimenti: Otherverse
    Personaggi: Nazioni Alleate, Arhur England, Pik, Aisu, Lily-chan, Night, Clow, Alexander Von Karma, Io, Vari.
    Pairing: Nessuno in programma. Per ora.
    Trama: Un’esplosione distrugge la Sala del Meeting. Le Nazioni Alleate sono scomparse. Alle Fan-Nazioni Alleate, o più comodamente Nu!Allies, spetta il compito di ritrovarli.
    Dedica: a Solanya e a quei matti degli Allies con cui si sclera da mane a sera!
    Note: Nessuna in particolare. Più che totalmente demenziale, è un misto tra il comico ed il serio, spero non vi dispiaccia!
    Buona lettura!



    (APH Fan Forum): The Rise of the Allies



    Capitolo 0
    { Tea in Medias Res }



    Capì di essere vivo.
    Sia chiaro, non è che la cosa gli dispiacesse o lo infastidisse, solamente lo trovò…strano. Uno di quegli eventi inaspettati tipo Francis che diventa allergico alle rose, Ivan astemio, imparare il nome di quel tipo di cui, dear God, non si ricordava assolutamente né nome, né cognome o qualsiasi altro dato anagrafico ad esso correlati.
    Avrebbe potuto anche aggiungere alla lista Alfred che diventava improvvisamente intelligente, ma più che evento inaspettato avrebbe dovuto catalogarlo sotto la dicitura “Miracolo”.
    Anche se ritrovarsi vivo dopo tutto quello che era successo poteva in qualche modo essere definito un miracolo. Good Lord, questo voleva dire che America era diventato intelligente e aveva smesso di mangiare robaccia? No, calma. Non esageriamo. Non tiriamoci addosso la fine del mondo prima che sia strettamente necessario.
    Si accorse in qual momento che il metrò dei suoi pensieri era appena deragliato: si sentiva la testa confusa e i neuroni si trascinavano nella cassa cranica quasi fossero immersi in un brandy indubbiamente scadente e dalla consistenza della melassa.
    Dear Lord, quanto vorrei del buon tea avrebbe detto se solo le sue corde vocali non si fossero arbitrariamente impostate sul “gemito tremebondo”.
    Decise di fare le cose con calma e riattivare i sensi ad uno ad uno, lentamente, come stesse preparandosi un tea: dapprima l’udito e alle sue orecchie arrivò il suono strascicato di passi, poi il tatto e le dita si contrassero su quello che aveva tutta l’aria di essere un lenzuolo, li seguì il gusto e trovò il palato riarso, le labbra molli e l’interno delle guance flaccido e sabbioso, sbocciò l’olfatto e, my God, era lezzo di hamburger quello? Infine le palpebre si decisero ad alzarsi e, dopo un primo momento di nebbia, tornò anche la vista.
    Era un posto strano quello in cui si trovava, non strano inquietante, solo non inglese. E tutto ciò che non era inglese era strano, chiariamo la questione.
    Le pareti erano candide ed il bianco era intervallato a sprazzi da qualche quadro, sui cui la luce, proveniente dalle ampie finestre giocava creando piccoli punti dorati, mutando qua e là il colore, mettendo in ombra o facendo risaltare il profilo di un albero, gli occhi d’un pastore o fianchi scoscesi di una montagna incappucciata di neve.
    L’odore era asettico, un misto di farmaci e brodini, coperti alla bell’e meglio da..fonduta? No, calma. Era davvero formaggio fuso l’odore che sentiva?
    Si tirò su di scatto, ma la sua testa non apprezzò troppo lo scherzo: un velo d’ombra gli calò addosso e gli sembrò di galleggiare nel tea. Un profumato, intenso, tea..
    -Oh, ti sei svegliato-
    Quel pigolio lo strappò dalle ondeggianti creste di un tea nero; sbatté le palpebre un paio di volte e si ritrovò a fissare il visino disteso di Lili. La ragazza teneva in mano una flebo di fisiologica vuota e la tensione delle dita smentiva il sorriso che le sollevava le labbra.
    -Finalmente ti sei ripreso, eravamo preoccupati per te-
    Egli annuì, passandosi una mano fra i capelli e gettando un altro sguardo a ciò che gli stava all’intorno: accanto al suo c’era un altro letto, ma la giovane che l’occupava stava ancora dormendo. La frangia bionda le copriva la fronte e creava un netto contrasto con il pallore del viso, e sul comodino affianco erano poggiati un paio di occhialetti dalla montatura rettangolare e scura. La luce che penetrava dalla finestra sfrigolava sull’ustione rossastra che le macchiava la guancia destra e lungo il taglio che le solcava il dorso della mano.
    Alzò lo sguardo e il paesaggio fuori dal vetro gli restituì l’immagine di colline verdeggianti e montagne grigie spruzzate di neve; vide anche una figuretta correre e saltellare, mentre una capretta bianca le belava vicino –anche se più che belare sembrava facesse “Ciaaaao. Ciaaaaao”-: al suo passaggio si sentiva da lontano il rumore di qualche frana e sul viso arzigogolato dei monti si tendeva quello che aveva tutta l’aria di essere un sorriso.
    -Lili- chiese dopo qualche secondo –Dove..dove siamo?-
    -In Svizzera- rispose Liechstein –Vi abbiamo portati qui dopo..-
    Momento. Momentomomentomomento. Svizzera? Ma..allora..Il dolore che sentiva alle sue britanniche terga non era dovuto al troppo tempo passato disteso sul letto d’un surrogato di ospedale!
    Ci furono qualche decina di colpi di fucile e la figuretta di prima attraversò il prato urlando, tenendosi la gonnellina rosa sopra le ginocchia. La capretta la seguì pochi istanti dopo, ma non belava e nemmeno le faceva ciao. Le ruggiva, sì, ruggiva, contro, indirizzandole epiteti non propriamente ripetibili.
    God! Sgranò gli occhi. I neuroni affogarono completamente nella melassa. Aveva appena capito gli insulti di una capra svizzera.
    Le dita fremettero. Aveva bisogno di tazzine, un insano bisogno di tazzine. Ed un soggetto su cui tirarle. Ma prima le tazzine.
    -Lili- la voce gli uscì piuttosto strozzata. Optò per un britannico schiarimento di gola, seguito da una sistemata ai capelli e alle sopracciglia, prima di concludere intrecciando elegantemente le mani sul ventre –Io..non mi sento molto bene-
    La ragazza annuì
    -Vuoi che ti porti della fondue?-
    Altro tossicchio eloquente.
    -Io..grazie, ma..non mi..non mi sento ancora in forze per la fondue. Non avresti..del tea?-
    Liechstein sorrise, piegando la testa di lato; il sole brillò fra i capelli chiari, punteggiando il fiocchetto viola.
    -Ma certo! E dopo della fondue!-
    -E dopo della fondue-
    Quando fu rimasto solo, si costrinse a mettere ordine in quella massa ingarbugliata di idee e di ricordi che pian piano stavano facendosi largo fra le fiamme d’inferno ed il nero della cenere.

    -Are you ready?-
    -Yes, I am, father-
    -Have you got your cups?-
    Annuì.
    -Yes, father- gliele mostrò ed Arthur Kirkland sorrise compiaciuto.
    -If you have any problem..with the American one, I mean- aggiunse, incrociando le braccia al petto e storcendo le labbra –You must remember: a good aim is the only way-
    -I won’t forget it,
    father-
    C’era stata l’esplosione. Le fiamme che da ogni dove crepitavano e ruggivano, si insinuavano con dita e lingue incandescenti, bruciavano qualunque cosa incontrassero sul loro cammino. Cenere, cenere che entrava negli occhi, nella gola, nel cuore.
    -Father!- le urla si rincorrevano nei corridoi, ne aveva sentite altre, nelle lingue più disparate, ma era sempre uno il nome che veniva chiamato. Voci rese roche dalla cenere, inutili dalle fiamme. C’era quel muro di fuoco invalicabile e le macerie crollate e i corpi riversi a terra e quelle voci e quelle urla che si scontravano e mescolavano senza sosta.
    Nessun volto in quell’incendio, nel boato dell’esplosione, solo bocche storte in grida e pianti, mani che si tendevano al cielo, dita nere, cenere alle cenere.


    -…il tuo tea-
    Rialzò lo sguardo e solo allora si accorse che Lili lo stava chiamando da alcuni minuti. Si portò una mano al viso e la ringraziò con un sussurro indistinguibile e insensato. Attese che lo lasciasse solo, o almeno, solo in compagnia della giovane nel letto accanto, prima di chiudere le mani attorno al corpo della tazzina e aspirare l’aroma intenso del tea.
    Doveva ricordare ogni cosa, tutto quello che era successo.
    Da fuori si udì un pigolio sommesso; si voltò verso la finestra e vide sul davanzale un pulcino giallo che sbatteva felice le alucce. Scosse la testa e tornò a fissare le creste ambrate del tea infrangersi contro i bordi della tazza.
    Tornò per un attimo ad un indefinito tempo prima, quando si erano fermati, lui e suo padre, a bersi del buon tea fuori dal giardino di casa, per poi mettersi in viaggio, diretti alla Riunione degli Alleati.
    Sentì il cuore perdere un battito, ma si impose di non pensarci. Arthur stava bene, ne era certo. Era un inglese, anzi, era l’Inghilterra, mica la prima America che passasse per caso!
    Annuì con decisione e si portò la tazza alle labbra; proprio in quel momento la sua compagna di stanza emise un mugolio.
    La osservò con più calma e quando gli occhi si posarono sull’ustione alla guancia, non poté trattenersi dal controllare la propria: sotto i polpastrelli si disegnarono i lembi diseguali di una ferita. Strinse la mascella e nel far cadere la mano notò una garza bianca coprire almeno metà dorso. Senza contare il bruciore che gli percorreva le braccia e il vuoto incolmabile che sentiva all’altezza del cuore.
    C’era poi anche il piccolo problemino della terga, ma con tutto l’aplomb di cui era capace glissò la cosa tornando a guardare la ragazza. Inarcò il sopracciglio: la bocca della giovane si era sollevata in un sorriso beato.
    Piegò la testa di lato.
    No, non era beato. Era beota. E..era saliva quella che gli scendeva lungo il mento?
    Il suo senso di britannico stava pizzicando e non era un buon segno. Sorseggiò un altro po’ di tea e rivolse gli occhi altrove.
    Oh. La fisiologica all’interno della flebo era finita, avrebbe dovuto chiamare Lili. Stava già per prendere in mano il campanello a forma di paiolo per la fondue quando una nuova, britannica idea gli balenò in testa.
    Il suo sguardo andò dalla sacca alla tazzina. Dalla tazzina alla sacca. Sacca. Tazzina. Sacca. Tazzina.
    Posò la tazza sul comodino, scostò le lenzuola, si sedette sul materasso e staccò lentamente il sacchettino della flebo. Vi armeggiò per alcuni istanti fino a quando non riuscì ad aprirla, evitando di strapparla; con mano tremante afferrò la tazzina e gli sovvenne il pensiero che forse, forse, sostituire la fisiologica col tea non era propriamente una buona idea. Spazzò via qualsiasi dubbio dicendosi che l’idea non era sua, ma di Sherlock Holmes. E che quello che stava iniettandosi in vena era puro tea inglese, anche se con un insano retrogusto di fondue, non qualche altro strano miscuglio dagli effetti allucinogeni.
    Che poi a cosa gli sarebbe servita una sostanza diversa dal tea? Le fate le vedeva già.
    Stava per infilare l’ago in vena quando un altro mugolio lo fece voltare.
    Il sorriso beota della ragazza si era fatto ancora più beato. E sì, oramai era evidente. Quella era saliva.
    -Hambargar..- smozzicò lei con voce impastata.
    Egli rimase di sasso, con ancora la sacca ripiena di tea fra le mani.
    Hambargar.
    Era nella stessa stanza con una Americana.
    Hambargar.
    E aveva con sé solo una tazzina.
    Hambargar.
    ..
    Holy Shit!


    SPOILER (click to view)
    Capitolo piuttosto strano, una sottospecie di prologo. Ed infatti è il capitolo 0! XD
    Ho preferito non inserire i personaggi tutti in una volta, ma inserirli nella storia pian piano, in modo da non creare troppa confusione. Tranquilli, arriveranno tutti!
     
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  4. ~Gaia
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    OMG*A* *si re-intromette*
    FANTASTICO!
     
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  5. Lily~Chan
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    wow neme!!! complimenti!!!!!!!!!! (coscienza: ammetti che di metà capitolo non hai capito nulla! Me: n-non è vero!!!! a parte chiè il padre con cui inghilterra stava andando alla riunione ho capito tutto! <.<) ahahahaahaha il tea nella flebo... neme sei un gran genio!!!!!
     
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  6. Nemeryal
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    @Gaia: grazie! Sei sempre la benvenuta!

    @Lily: ma graziaH! Comunque è Inghilterra il "padre". Il nostro qui presente ArthurO sarebbe il "figlio". Con tutte le dovute virgolette del caso XD
    Il tea nella flebo non oso pensare come mi sia venuto. Su certe cose preferisco non indagare XD
     
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  7. Lily~Chan
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    aaah sìsì capito o3o comunque... pulcino giallo!!!!!!!! *a mo' di macchina gialla dà sberle a tutti*
     
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  8. Nemeryal
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    Te l'avevo detto che la tua awesonaggine ci sarebbe stata XD E avrebbe aleggiato su tutto e su tutti!
     
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  9. Arthur;ENGLAND
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    OH MY GOD! *rotolaridemuore*

    CITAZIONE
    Inarcò il sopracciglio: la bocca della giovane si era sollevata in un sorriso beato.
    Piegò la testa di lato.
    No, non era beato. Era beota.

    Ti adoro! :°°°°D

    CITAZIONE
    con mano tremante afferrò la tazzina e gli sovvenne il pensiero che forse, forse, sostituire la fisiologica col tea non era propriamente una buona idea.

    HUAHAHAUAHAA oddio :°°D non riesco a smettere di ridere, ovviamente l'ho adorato! e...SI' PIK SONO IO IL PROTAGONISTA ORA *addita e ride*
    *si ricompone* cough. Adoro il modo in cui scrivi e adoro come si sta sviluppando, meravigliosa non ho altro da aggiungere apparte che aspetto con ansia il prossimo capitolo *__*
    Gliela lancio la tazzina, vero? VERO? *occhioni imploranti*
    Non hai niente contro l'incest, vero? *saltaddossa Inghilterra* cough, cough
     
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  10. Lily~Chan
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    *accarezza il Lilbird (perchè non può essere altro)* braaaavo pulcino!
     
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  11. Alexander Von Karma
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    Che ti posso dire? Mai pensato di scrivere un libro? Scrvi pittusto bene, complimenti!
     
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  12. H e r o.
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    ...LOL

    OH MIO DIO.
    Ho commesso l'errore più grande della mia vita quando ho deciso di finire la mia bottiglietta di coca-cola leggendo il capitolo. *la coca è tutta dispersa sullo schermo del pc, sui suoi pantaloni e sulla sua maglietta, e lei ancora sta ridendo come una deficente, senza pensare che quei pantaloni erano nuovi e che sua madre le sta urlando dietro di tutto* Cioè, AHUAHUAHUAHUAH X°DDD
    No, sul serio. CRAIST, IO TI AMO LOL
    Ovviamente quell'idiota morirà tra atroci sofferenze perchè in astinenza da lancio delle tazzine.

    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE
    Pairing: Nessuno in programma. Per ora.

    Ovviamente presto quel "nessuno in programma" lascerà spazio ad una bella PikxCarmencito *muor*


    No, sul serio, muoioh x°D
    E L'INDISCUSSA PROTAGONISTA SONO IO, ARTHIE ♥
     
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  13. Arthur;ENGLAND
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    CITAZIONE
    E L'INDISCUSSA PROTAGONISTA SONO IO, ARTHIE ♥

    Ma che ca-! hai dormito tutto il tempo, non hai assolutamente fatto niente di eclatante (a differenza della mia idea di sostituire la fisiologica col tea [NEME GENIO :°° *muore*])
    e sopravviverò, anzi vivrò molto più di te e porterò un sacco di scones sulla tua tomba. o_ò
     
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  14. H e r o.
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    Ma io, come ogni protagonista che si rispetti, compaio nel punto dell'aprosdoketon, della sorpresa finale *-* E' per merito mio che i lettori saltano sulle sedie! Tu invece fai l'inglese noioso e basta LOL
    Pensa, recito talmente bene che attiro l'attenzione anche solo dormendo 8D
     
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  15. Arthur;ENGLAND
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    Ma che ca... o___ò *le butta addosso un camion di scones*
     
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101 replies since 10/4/2011, 21:26   913 views
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