Life at World Academy

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  1. Chibi_
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    haem.... come dire....
    *scappa terrorizzata*
    *si sente idiota e quindi torna indietro*
    questa è la prima fan fiction che scivo... è nata come fuga dalla noia dell'ora di filosofia e quindi non so proprio cosa mi è venuto fuori alla fine... dal titolo è chiaro che la storia è ambientata nella World Academy.... amo le storie ambientate a scuola, quindi la scoperta dell'Hetalia Gakuen è stata un' immensa gioia x me XD ( un po' meno per Ludwig, che ora, poverino, si dovrà subire tutti i miei scleri, visto che è il protagonista XD).che altro dire.... boh, niente.... spero vi piaccia :(pwn): *evapora*



    01 -World Academy: benvenuti all'inferno! (Ludwig)



    -Fratellino? Fratellino, eccoti qua, dov’eri finito?- il ragazzo gli si avvicina, prendendolo per mano - oggi vorrei presentarti una persona, guarda.-
    Illuminata dalla luce soffusa di quel luogo, a qualche metro sta la figura di una bambina; non riesce a cogliere i dettagli del viso, ma è ben visibile il grande sorriso che gli sta rivolgendo.
    -sai…- continua il ragazzo accanto a lui –questa persona è appena arrivata, non conosce nessuno… perché non provi a farci amicizia? Sono sicuro che ti piacerà-
    E come se fosse stata chiamata, la bambina fa qualche passetto veloce verso di lui, finchè non se la ritrova davanti. Gli gira un po’ intorno, come se lo stesse studiando, poi gli prende le mani e, se possibile, sorride ancora di più –ciao, come ti chiami, bambino?- si aspetta una risposta, ma non arriva, quindi continua a parlare –perché non me lo dici? Sei timido? Non importa, a me va bene anche così, tanto sono sicura che diventeremo grandi amici, vero? Ah! Non ti ho detto come mi chiamo… io sono - le parole gli arrivano ovattate e non riesce a sentirle, poi anche la luce diventa più intensa, finché non avvolge del tutto la figura della bambina, che scompare.


    -SVEGLIA è MATTINA! E’ MATTINA! SVEGLIA! SVEGLIA E’ MAT..-
    La simpatica sveglia a forma di onigiri andò a sbattere rovinosamente contro il muro e Ludwig, tra un grugnito e l’altro, si decise ad alzarsi. Chi è che gli aveva regalato quell’aggeggio infernale? Ah, si, era stato Kiku Honda, lo studente giapponese della sua classe
    -e’…. e’ il mio regalo di natale!- aveva detto – per ringraziarla di tutto l’aiuto che mi ha dato quando sono arrivato in questa scuola.- … e dannazione! Se non fosse stato per quel suo visetto ingenuo e quel suo comportamento timido e rispettoso gli avrebbe già urlato contro che 1: svegliarsi tutte le mattine in quel modo lo avrebbe portato presto a pericolose crisi isteriche, e 2: lui odiava i regali. Gli venne in mente il ghigno di suo fratello al suo compleanno, mentre teneva tra le mani uno scatolone pieno di riviste erotiche. -così magari ti decidi a degnare di più il genere femminile, proprio non capisco come fai a resistere, caro fratellino-
    Scosse la testa al ricordo e guardò il calendario. Ah, perfetto, oggi sarebbero arrivati dei nuovi alunni, e lui e qualche altro sventurato erano stati costretti cioè… incaricati di mostrare la scuola ai nuovi arrivati, bella scocciatura. Si vestì velocemente, prese un caffè al volo e uscì.

    L’accademia World era un edificio enorme, con una sede principale e due dormitori annessi, uno femminile e uno maschile, comprendeva un grande cortile e l viale che portava alla sede era circondato da ciliegi. Era in definitiva una bella scuola, se non fosse stato per il fatto che il preside sembrava accettare qualsiasi tipo di studente, e ciò ne aveva fatto una scuola di pazzi e di individui poco raccomandabili.
    Ludwig sbuffò sonoramente e si avviò verso l’ufficio del preside e, quando ci arrivò, vi trovò altri tre ragazzi che aspettavano come lui di entrare.
    -Buongiorno, Ludwig- lo salutò uno. Era Yao Wang, lo studente cinese del quarto anno.
    -mi puoi ripetere qualche buona ragione per cui siamo qui?- disse rassegnato il tedesco.
    -Oh, ancora, aru? – rispese il moro sorridendo – allora….. perché oggi a scuola arrivano due studenti, aru, che a quanto pare hanno un nonno molto famoso e molto ricco aru che ha aiutato economicamente questa scuola svariate volte, aru, e per ringraziarlo il preside vuole dare un caldo benvenuto ai suoi due nipotino, aru-
    -e quindi manda noi due a fargli da balia?-
    -ma non devi prenderla così male, aru! Pensa che questo piccolo sforzo ci porterà un occhio di riguardo dei prof e quindi ci aiuterà x la media dei voti alla fine, aru!-
    Beh…. Il discorso del cinese non faceva una piega, soprattutto per quanto riguardava l’aiuto scolastico che quella scocciatura gli avrebbe portato…. E poi non arebbe durata molto, sarebbe stata una passeggiata.
    -… e voi due invece che ci fate qui?- chiese rivolto agli altri due ragazzi. Uno aveva capelli biondi lunghi fino alle spalle e occhi azzurri, l’altro era moro e abbronzato, con gli occhi verdi e un sorriso enorme.
    -io e Antonio abbiamo sentito che sono arrivati due studenti nuovi- rispose il biondo con un forte accento francese -. Quindi siamo venuti a controllare- concluse con un ghigno.
    Francis e Antonio erano due studenti dell’ultimo anno, come suo fratello, e il loro trio era tristemente noto a tutti. I professori ormai avevano rinunciato a cercare di portarli sulla retta via (si, perché ormai li avevano etichettati come “branco di individui dannosi per la società”).
    A un tratto si sentirono strani rumori provenire dall’ufficio del preside e Ludwig si avvicinò per chiedere se fosse tutto apposto, ma appena si avvicinò alla porta questa si spalancò e nel giro di due secondi il tedesco si ritrovò steso a terra, con qualcosa che pesava fastidiosamente su di lui, e quando si azzardò ad alzare gli occhi ne incontrò due castani enormi.
    -Feli, cos’ era quel tonfo? Non dirmi che hai di nuovo investito qualcuno- un ragazzo identico a quello che stava comodamente seduto sul suo stomaco uscì dall’ufficio del preside.
    -Dios mío … chi… chi è quello?-
    -non lo so, Antonio, ma se apri ancora un po’ la bocca inciamperai nel mento- rispose il francese divertito
    -Feli, ma quello…- il ragazzo sembrò concentrarsi sulla figura di Ludwig, poi si avviò verso di lui a passo di marcia e tirò via il peso che gli era piombato addosso –quello è un tedesco! Non ti avvicinare, è gente strana!- dise avvicinando il fratello a sé.
    Visti così, l’uno accanto all’altro, non erano così identici come gli era sembrato prima. Il ragazzo che urlava e sbraitava aveva i capelli castani leggermente più scuri dell’altro, e anche la sfumatura degli occhi era diversa: i suoi erano di un castano quasi ambrato, mentre quelli del ragazzo che gli stava accanto sorridendo come un ebete erano di un castano profondo, più scuro.
    Il tedesco in questione, sentendosi preso in causa si alzò e, con una vena che gli pulsava pericolosamente in fronte, chiese:
    -come, scusa?-
    -e’ così! Brutto crucco mangia patate stai lontano da mio fratello! L’ho visto come ti avvinghiavi a lui, eh! E vi prego, non ditemi che dovrò passare questi primi giorni con lui!-
    Yao si fece avanti – no, di questo non devi preoccuparti, infatti….-
    -infatti sarò io a seguirti in questi primi giorni, niño!- lo spagnolo si era fatto avanti con un sorriso abbagliante, spingendo Yao a terra e prendendo le mani del nuovo arrivato.
    -Io sono Antonio, con chi ho il piacere di parlare?-
    Il ragazzo (italiano, a giudicare dall’accento) ritrasse la mano arrossendo leggermente e sbuffò
    -R..Romano, Romano Vargas… e smettila di sorridere così, bastardo!-
    -mentre io sono suo fratello Feliciano!- trillò il ragazzo accanto a lui, che poi si avvicinò a Ludwig
    -Tu devi essere Ludwig Beilschmidt,vero? sei quello che mi seguirà in questi giorni, vero? Cavolo come sei alto! Tutti i tedeschi sono alti come te? E hanno tutti gli occhi azzurri e sono biondi come te? Comunque… quando cominciamo?-
    Sarebbe stata una passeggiata….Ludwig non ne era più tanto sicuro.
    -pazienza….- si disse, mentre una brutta emicrania iniziava a farsi spazio nella testa del povero tedesco. Purtroppo Ludwig non sapeva che quella dolce emicrania gli avrebbe fatto compagnia per molto, molto tempo.

     
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  2. Feƒeica92*
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    Waaaaaaaaaaaa *_* è splendidaaa *_* ma sei bravissimaa *_* anche a me piacciono le storie ambientate nelle scuole *_* la scena di Antonio che vede Romano è stata spettacolare x) voglio leggere le altre *_* Continua a scrivere >//< :******

    p.s: lo sai che ora puoi regalarmi una sveglia a forma di onigiri vero?? xD
     
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  3. Chibi_
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    ASD g-grazieee :(piango): giuro non me lo aspettavo *commossa* allora.... a presto il prossimo capitolo :3

    CITAZIONE
    p.s: lo sai che ora puoi regalarmi una sveglia a forma di onigiri vero?? xD

    vedrò se ne trovo una a Lucca domani XD

    grazie ancora! ^.^
     
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  4. Chibi_
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    02- Questione di dettagli (Arthur)




    Arthur si era alzato bene quella mattina. Si era svegliato presto, e aveva avuto tutto il tempo per bere il suo thè e leggere il giornale in tutta calma, poi si era vestito, aveva preso i libri che gli servivano ed era uscito, dirigendosi verso un’altra stanza del dormitorio.

    Arthur Kirkland, così si chiava il ragazzo, era una persona seria e diligente, e la sua serietà e la sua determinazione gli avevano permesso di vincere una borsa di studio che gli aveva dato la possibilità di frequentare quella prestigiosa scuola. A dirla tutta era molto fiero di se stesso: il fatto che fosse riuscito ad arrivare fin là con le sue sole forze, senza avere avuto l’appoggio di nessuno, lo riempiva d’orgoglio.
    Arrivato davanti alla camera che voleva raggiungere, storse il naso per il forte odore di fritto che emanava. Sospirò rassegnato, poi bussò, la porta si aprì da sola. Con uno sbuffo entrò e quello che vide fece crollare il suo buon umore in un attimo: bibite vuote, cartacce, hamburger smangiucchiati a metà e patatine fritte occupavano tutto il pavimento della camera, senza contare varie macchie di ketchup sul soffitto ( sul soffitto! Come diavolo avevano fatto ad arrivarci, sul soffitto?). L’unica cosa pulita in quella camera era l’enorme, immensa bandiera americana attaccata alla parete
    -Alfred?-
    Nessuna risposta, l’unico rumore era uno strano sottofondo musicale seguito da…. Hemm…spari? E…atroci grida di dolore??
    -SI’, BECCATI QUESTO! LO VEDI CHE SUCCEDE A METTERSI CONTRO DI ME? EEEH?-
    Arthur chiamò a raccolta tutta la sua (poca) pazienza e si addentrò nella camera zigzagando tra i vari resti di un Happy Meal non finito, verso il ragazzo che stava seduto a terra in mezzo alla stanza, con il naso a 2 centimetri dalla televisione.
    -Alfred, ma hai visto che ore sono? È ora di entrare a scuola e tu sei ancora attaccato ai tuoi stupidi videogiochi?-
    -Arthur! Questo non è un semplice videogioco, questo è Return to castle of Wolfenstain*! Dove io sono un fighissimo americano che ha il compito di investigare su dei progetti supersegreti dei tedeschi durante la seconda guerra mondiale, tu pensa che il gioco comincia con…-
    Petulante. Quella era la parola giusta per descrivere Alfred F. Jones, un’enorme, petulante rottura tutta made in USA
    -…cioè ti rendi conto? Per non parlare delle armi! Sono davvero uguali a quelle usate in quel periodo! E poi… ma brutto crucco, vuoi morire? Mi hai fatto sprecare un caricatore intero! Comunque, ti dicevo…questo gioco è il massimo, ma non l’hai vista la grafica? E…-
    Arthur non aveva voglia di arrabbiarsi di prima mattina quindi, in tutto silenzio, si limitò ad avvicinarsi alla televisione e a staccare la spina. il ragazzo che stava seduto a terra impallidì, mentre continuava a fissare lo schermo nero con un’ espressione indescrivibile, poi esplose.
    -COSA HAI FATTO???? NONA VEVO SALVATO! ORA DEVO RICOMINCIARE TUTTO IL LIVELLO DACCAPO!! COME HAI POTUTO…?-
    - si vabbè Alfred, io mi avvio, ok?-
    L’inglese si girò avviandosi verso la porta, ma proprio prima di uscire andò a finire dentro a una pozza di coca cola
    -damn…- si scrollò il liquido appiccicoso dalla scarpa e uscì prima di perdere completamente la pazienza anche lui.


    Durante tutta la lezione Arthur non aveva fatto altro che pensare ad Alfred e al fatto che da quando l’aveva conosciuto i suoi problemi si erano centuplicati.
    Fina da quando era arrivato in quella scuola Arthur si era sempre distinto, fino ad arrivare ad essere eletto presidente del consiglio studentesco, cosa che lo riempiva d’orgoglio. Era un compito che comportava molte responsabilità, come ad esempio coordinare le attività dei club, organizzare i vari festival scolastici, per non parlare delle infinite scartoffie che doveva sistemare e compilare, ma in definitiva sel’era sempre cavata egregiamente… si, almeno finché non gli arrivò la notizia che un certo individuo aveva liberato un gas lacrimogeno in una classe.
    Quando arrivò davanti a lui il suddetto idiota si ritrovò di fronte un ragazzo biondo, con gli occhi azzurri sormontati da degli occhiali con una fine montatura, un sorriso enorme e un fisico invidiabile, che stava tranquillamente sorseggiando una coca cola. Ad Arthur gli bastò un’occhiata per catalogarlo nello stereotipo di “il classico americano stupido e ottimista”.
    Dopo avergli fatto una bella ramanzina (-come cavolo ti è salato in mente di rilasciare un gas lacrimogeno in una classe? E poi dove l’hai preso?? No, aspetta, non me lo dire, non lo voglio sapere-) il povero Arthur era stato incaricato di seguire personalmente l’americano, visto che a quanto pare quello non era il primo disastro che combinava, ma poi aveva finito di abituarsi a quella presenza fastidiosa, tanto che ormai stava con lui anche quando non gli era richiesto.

    La campanella suonò ridestandolo dai suoi pensieri. Ecco, per pensare ad Alfred non aveva preso neanche un appunto, avrebbe dovuto chiederlo a qualcun altro… Fece in tempo a fare qualche passo fuori dalla classe che venne investito da un ragazzo e buttato a terra
    -Carriedo? Che cavolo stai facendo?- sbottò guardando il ragazzo che l’aveva appena investito –non si corre nei corridoi!-
    -scusami Arthur, ma… mica hai visto passare di qui un ragazzo italiano estremamente carino?-
    -..…non so di cosa stai parlando, piuttosto aiutami ad alzarmi.-
    -come faccio accidenti?? Mel’hanno appena affidato ma mi è bastato un attimo di distrazione che è sparito!-
    -hem… io capisco il tuo rammarico, ma ti dispiacerebbe alzarmi?-
    Troppo tardi, lo spagnolo era già tornato alla sua ricerca, ritornando a correre per il corridoio urlando “Romanooo! ¿Romano dónde estás? Vuelve a mí!” e senza degnare minimamente l’inglese, che era rimasto seduto per terra
    -stupido spagnolo…- appena girò la testa, però, si trovò a due centimetri dal naso la mano tesa di Alfred, che lo guardava sorridendo
    -vuoi che ti aiuti?-
    L’inglese scansò la mano dell’americano e si alzò. Cos’era venuto a fare? Conoscendo Alfred era sicuramente tornato per lamentarsi ancora della sua preziosa partita andata in fumo, oppure per accusarlo di qualche altra stupidaggine…
    -ecco… ti volevo chiedere scusa per stamattina…-
    Arthur rimase a fissarlo allucinato. Aveva capito bene?
    -…in effetti non dovevo arrabbiarmi così, dopotutto è solo un videogioco..mi dispiace-
    L’inglese era quasi commosso, stava per dirgli che anche a lui dispiaceva, quando l’americano disse sorridendo
    -e mi dispiace anche di averti chiamato fottuto inglese!-
    -tu…. COSA?-
    -v..vabbè, ma un po’ te la sei cercata…-
    -ma come ti permetti, proprio tu! Americano stupido e megalomane che non sei altro!- Arthur aveva la coda di paglia, non poteva farci niente, ma la sua era stata una brutta mossa, visto che aveva davanti un americano molto, molto, molto patriota.
    -Non azzardarti ad offendere l’America! E poi cos’avresti da ridire? Voi inglesi siete troppo più indietro di noi! Seriamente, Arthur.. fate tutto il contrario degli altri paesi! Guidate al contrario, avete una monarchia… e ascoltando i tuoi discorsi pensate anche al contrario! Insomma, siete…-
    -guarda che ti faccio presente che la lingua che parli è proprio l’inglese! Anche se ovviamente non è paragonabile alla mia, storpiata com’è la parlata americana…. E in più se non fosse stato per gli inglesi, gli stati uniti sarebbero stati una colonia francese!-
    -Beh, non mi sarebbe dispiaciuto!
    -neanche a me!- affermò Francis uscito da chissà dove, ammiccando verso l’americano –ragazzi, non vi impuntate su queste cose, lo so che magari sono argomenti un po’ piccanti, ma alla fine sono… dettagli e basta, no?

    *per motivi di rating l’atroce fine di Francis viene censurata*

    Bisticci come quello erano all’ordine del giorno per l’inglese e l’americano, e ovviamente non avevano mai fine, restavano a battibeccare per ore. Eppure, nonostante tutto, Arthur sapeva che il giorno dopo sarebbe andato ancora a prenderlo la mattina, avrebbe ancora pranzato insieme a lui, l’avrebbe ancora sgridato per qualche guaio e poi avrebbero rifatto pace, come tutte le volte. E in fondo, a lui, andava bene così.



    *mi sono fissata su questo gioco xD e mi sembra proprio il tipo di gioco che può esaltare un come Alfred
    Allouuur ecco il secondo capitolo di questa…..cosa .-. che dire, amo questi due, ma il capitolo non mi convince tanto .-. boh, spero sia solo una mia impressione… *trema*

     
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  5. Feƒeica92*
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    nooo è bellissimooo *__* la parte in cui c'è Francis è bellissima x°D appare sempre all'improvviso appena viene tirato in causa x) è tanto carino *_* poi Alfred mi fa troppo ridere x) bravissimaa :***
     
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  6. Chibi_
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    fefe grazie 1000 =) non sai che piacere mi fanno i tuoi commenti :(piango):
    francis non capisce quando è il momento di stare zitti, poi non si può la mentare se dopo viene menato XD
     
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  7. ~ HetalianLove
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    SPOILER (click to view)
    Gli venne in mente il ghigno di suo fratello al suo compleanno, mentre teneva tra le mani uno scatolone pieno di riviste erotiche. -così magari ti decidi a degnare di più il genere femminile, proprio non capisco come fai a resistere, caro fratellino-
    Oddio mentre leggevo questo pezzo stavo per morire dal ridere , poi Francis sempre il solito x°D
    Bellissimi tutti e due i capitoli :3
     
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  8. Chibi_
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    O3- La nuova scuola è meravigliosa! La nuova scuola è orrenda.
    (Feliciano & Romano)

    -…e poi mi ha fatto vedere il cortile, la mensa, la segreteria, l’aula del consiglio studentesco e mi ha dato l’orario delle mie lezioni! È stato gentilissimo, ed è anche simpatico! Anche se è un po’ taciturno e ha sempre un’aria truce…. E a te invece com’è andata? Quello spagnolo sembrava simpatico-
    Romano, dopo essersi ripreso dal fiume di parole del fratello, pensò al significato della parola “simpatico”.
    -NO. Cioè….sì ma no… insomma, come dire…..-
    Antonio Fernández Carriedo, il tipo che gli aveva fatto fare un giro turistico della scuola quella mattina era, come dire…. Irritante. Insieme a Feliciano era la persona più solare che avesse mai conosciuto e aveva sempre un sorriso enorme stampato in faccia, oltre al fatto che era enormemente bello: fisico scolpito e abbronzato, capelli mori leggermente mossi e due grandi occhi verdi, per non parlare della voce… non aveva mai sentito nessuno parlare in spagnolo e non avrebbe mai immaginato neanche lontanamente che potesse essere qualcosa di così sensuale. Quella mattina era successo più di una volta che per spiegargli qualcosa si era avvicinato troppo e gliel’aveva sussurrata all’orecchio, e in quei momenti Romano avrebbe desiderato ardentemente prendere e scappare il più lontano possibile, giusto per non fargli vedere che era diventato rosso come un pomodoro. Inoltre sembrava che il resto del mondo lo amasse, ed era più che comprensibile, alla fine. Dopotutto a chi non sarebbe piaciuto un ragazzo solare, simpatico e oscenamente sexy? A Romano, ovviamente. Lo irritava e lo metteva a disagio… e poi era troppo espansivo, con lui non sapeva mai come comportarsi.
    -beh….è irritante. Troppo solare, troppo espansivo, troppo bell…cioè, insomma, a te non sembra troppo perfetto? Di solito questo tipo di persone hanno sempre qualcosa da nascondere, magari in realtà è un lurido maniaco, un criminale… magari anche un pedofilo! Tu che ne puoi sapere?-
    -fratellone…- disse Feliciano ridendo –tu sei troppo paranoico!-
    -e tu sei troppo spensierato, allora!-
    Vennero interrotti da qualcuno che bussava,e un secondo dopo la faccia sorridente dello spagnolo fece capolino dalla porta, seguito da un tedesco alquanto imbronciato.
    - Buenos dìas, chicos! Com’è stata la prima notte alla World Accademy?-
    -antonio!- il più piccolo degli italiani saltò giù dal letto e corse verso lo spagnolo
    -come siamo energici già di prima mattina, vero, Lovi-chan?- disse con un sorrisetto verso il ragazzo imbronciato ancora sul letto
    -non chiamarmi così!! E poi chi ti ha detto qual è il mio nome di battesimo??- Feliciano andò a nascondersi dietro la schiena del tedesco –b…brutto..-
    -ahahaha, ma dai, Romano, non ti arrabbiare con lui, pensa che adesso so qualcosa in più di te, non sei contento?-
    -dovrei esserlo??-
    Il biondo, stanco del battibeccare tra lo spagnolo e l’italiano, si girò verso il ragazzo che stava alle sue spalle, per scoprirlo intento a fissarlo con gli occhioni spalancati e un gran sorriso
    -…….che c’è?-
    L’ italiano scosse la testolina castana, facendo ondeggiare lo strano ciuffo ribelle che aveva a lato della testa, poi lo prese per braccio e lo trascinò fuori dalla stanza.
    -allora, cosa mi fai vedere di bello, oggi?-
    -beh… ieri hai visto solo l’aula vuota del consiglio studentesco, oggi ti faccio conoscere tutti i membri…..-
    -wow! E poi mangiamo insieme! Vero Doitsu? Vero?-
    Ecco, l’unico momento della giornata in cui se ne poteva stare in santa pace era andato in fumo. Oh, beh, dopotutto dicevano tutti che il cibo italiano era ottimo…
    Il tedesco grugnì qualcosa che il moro interpretò come un sì e si strinse ancora di più al suo braccio, sorridendo tra sé e sé.

    Erano sulla strada per l’aula del consiglio studentesco e Feliciano stava chiedendo al tedesco se preferiva la pasta al sugo o con il pesto, quando si fermò e si voltò verso di lui
    -ah, me ne stavo dimenticando…. Scusa per come ti ha parlato Romano l’altro giorno… lui non è cattivo, davvero, ma a volte tende ad essere un pochino…. Bèh… irascibile. Ma in realtà è il fratello più buono e bravo del mondo, tel’assicuro! Tu hai fratelli o sorelle, invece?-
    -si….- perché gli stava venendo un mal di testa solo a pensarci? –ho un fratello più grande, frequenta questa stessa scuola, è dell’ultimo anno .-
    -ah, mi piacerebbe conoscerlo! C’è oggi?- al cenno negativo della testa del biondo l’italiano continuò –e perché? È malato?-
    -è stato sospeso per una settimana.-
    -Ah. -
    Continuarono a camminare per un po’e Feliciano ricominciò con i suoi discorsi sulla pasta (questa volta l’argomento era i vari tempi di cottura) quando Ludwig lo interruppe
    -scusa Feli…. Posso chiederti come mai tu e tuo fratello avete un accento così diverso, pur essendo tutti e due italiani?-
    Il sorriso dell’italiano svanì in un attimo, lasciando posto a un’espressione stupita, poi abbassò la testa e disse in un sussurro
    -…io e mio fratello abbiamo abitato lontano per molto tempo… c’è stato un periodo in cui non ci siamo proprio visti, quindi ognuno ha preso l’accento del posto dove abitava.-
    Era calato un silenzio strano, pesante nel corridoio, forse Ludwig aveva chiesto qualcosa che non doveva. Stava per scusarsi, quando venne interrotto da due voci che bisticciavano, e un attimo dopo uscirono dalla classe due ragazzi. Feliciano ne riconobbe uno: era il ragazzo francese che aveva intravisto fuori dall’ufficio del preside il giorno prima, quando era arrivato.,l’altro, occhi verdi, un caschetto biondo spettinato, enormi sopracciglia e leggermente più basso dell’altro, non l’aveva mai visto.
    Ludwig prese parola, interrompendo il loro bisticcio.
    -oh, perfetto, stavamo proprio cercando voi, questo è..- e spinse leggermente l’italiano in avanti –Feliciano Vargas, è uno nuovo.-
    Il ragazzo più basso si fece avanti
    -ah, si, ho sentito parlare di te e di tuo fratello. Io sono Arthur Kirkland e sono il presidente del consiglio studentesco, per qualunque problema puoi rivolgerti a me, mentre questo- disse indicando con un’espressione disgustata il ragazzo accanto a lui – è Francis Bonnefory, in teoria sarebbe il vicepresidente, ma in realtà non serve assolutamente a niente, è un mistero il come sia riuscito ad arrivare fin qui-
    Il francese fece una faccia offesa
    -gentile come al solito, vero Arthur?- poi, avvicinandosi al moro, gli prese la mano e la portò alle labbra, con un gesto elegante –non badare a quello che ti dice quell’acido di un inglese, ma lascia che mi presenti, Francis Bonnefory, al tuo servizio mon petit italienne-
    -oh, piacere! Io sono Feliciano Vargas, spero che diventeremo molto amici!-
    -si, anch’io…- rispose il francese con un ghigno
    Ludwig guardò perplesso il sorriso spensierato di Feliciano. Come faceva ad essere così ingenuo?
    Lo trasse indietro, lontano dalle grinfie del francese
    -forse è meglio di no..- disse guardando severamente il biondo
    -eh? E perché, cosa staresti insinuando? Guarda che potrei offendermi!-
    -oh, Francis, ti prego!- l’inglese intervenne – come se non sapessimo i tuoi vizi… per curiosità… l’ultima volta che ti sei fatto qualcuno?-
    -circa due ore fa… ma questo cosa c’entra? Guarda che sono tutte consenzienti. La mia condotta è più che regolare e ti sbagli di grosso se pensi che io agisca solo con la parte inferiore del corpo!-
    -la parte inferiore del corpo?- chiede innocentemente l’italiano.
    Ludwig penso che ok, poteva bastare così, quindi se ne andò via portandosi dietro l’italiano, prima che avesse qualche trauma.

    Dopo che si erano allontanati abbastanza dai due ragazzi Ludwig decise di rallentare, con somma gioia dell’italiano piagnucolante dietro di lui. Chiuse gli occhi e si massaggiò le tempie
    -vedi di non dare troppa confidenza a Bonnefory. Guarda, te lo dico per il tuo bene, non è una persona cattiva, è solo che…. Ehi, ma mi ascolti? Cosa stai facendo?-
    Feliciano, che si era affacciato alla porta dell’aula di musica, si portò un indice alle labbra e sorridendo zittì il biondo con un “shhh”
    Ludwig, incuriosito, si avvicinò al moro e guardò dentro l’aula da cui proveniva una leggera musica.
    Seduto a suonare il pianoforte stava un ragazzo moro, con gli occhi socchiusi e lo sguardo concentrato, e in fondo all’aula deserta era seduta in un banco una ragazza castana, che lo ascoltava con un’espressione rilassata.
    -nèèè, Doitsu…- sussurrò il più piccolo – chi sono quelli?-
    -quello che suona si chiama Roderich Eldenstain, è austriaco ed è il tesoriere del consiglio studentesco, l’altra non lo so… ma gli gira sempre intorno-
    -come non lo sai? Ma tu sei la mia guida!-
    -che vorrebbe dire?? Come faccio a conoscere ogni singolo alunno di questa scuola?-
    -shhh, abbassa la voce-
    Il tedesco si scostò dalla porta e si appoggiò al muro, scorrendo distrattamente lo sguardo per il corridoio mentre si godeva ma musica quando d’un tratto individuò la figura di Romano che lo fissava a braccia incrociate.
    “beh, forse vuole suo fratello” pensò, ma quando vide che ciò non accadeva si staccò dal muro e andò verso di lui, forse gli serviva qualcosa, magari Antonio era sparito e lui si era perso.
    -oi… Romano, giusto? Hai bisogno di…-
    -ascoltami bene,crucco. A quanto pare mio fratello ti ha preso molto in simpatia, e sinceramente questa cosa non mi va giù. Sono solo venuto a dirti… se ti azzardi a riportarmelo via giuro che te la faccio pagare, mi hai capito?-
    Ludwig rimase ammutolito. Ma che..?
    -Romano! Mi querido, ti ho cercato per tutta la scuola, perché te ne sei scappato così all’improvviso? Oh, ciao Ludwig-
    L’italiano sembrò riscuotersi
    -maledetto spagnolo, perché mi stai sempre appiccicato? Vuoi deciderti a lasciarmi in pace? E tu- disse rivolto al tedesco –il discorso non finisce qui, capito?-
    E come era comparso, se ne andò, seguito dallo spagnolo.
    Ludwig rimase immobile in mezzo al corridoio…cos’era appena successo? Riportarmelo via? Ma che aveva fatto di male? E quella era una minaccia? (per quanto potesse fargli paura quell’italiano gracilino…).
    La musica intanto era finita e Feliciano stava tornando verso di lui.
    Riprese velocemente la sua solita espressione e gli andò incontro, cercando di nascondere i suoi pensieri.


    grazie 1000 ragazze, s-sn contenta che vi piaccia .//__//.
    gilbert fa le sue comparsate ogni tanto in qualche discorso, ma arriverà presto ^w^ *ludwig va già a prendere il muro a testate*
     
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  9. yaya*wright.
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    oddio, è troppo carina ;_;
     
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  10. ~ HetalianLove
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    Oddio Francis e Arthur son troppo forti xD

    Davero bello *-*
     
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  11. Feƒeica92*
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    ahuahauhauhau è bellissimo anche questo capitolo *-* vorrei citare un sacco di cose ma finirei per riportarlo tutto quanto x) non vedo l'ora di vedere prussia ^//^
    domanda: come mai lud non conosce Ungheria? o_o ...
    Avevo dipinta in testa l'espressione di arthur quando indica francis xD mi piace il tuo stile.. per quanto la storia si basi su uno sfondo comico alcune parti sono sensibili.. in effetti hetalia non tiene molto in considerazione il rapporto tra nord e sud.. intendo come lo viviamo noi.. ma questo è anche ovvio x) sarebbe bello che si difendessero così a vicenda proprio come nella tua storia.. è molto più bella di quanto immagini tu *-* non t'imbarazzare e continua a scrivere ^-^
     
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  12. Chibi_
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    g-grazie 1000 a tutte :(piango):

    CITAZIONE
    domanda: come mai lud non conosce Ungheria? o_o ...

    beh.... perchè la voglio far presentare a un altro personaggio... :(guru): poi cmq era anche perchè in questo capitolo avevo finito per zepparci troppi personaggi..... vabbè, sentiremo ancora parlare di Elizabeth xD
    grazie ancora :(pwn):
     
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  13. Feƒeica92*
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    io spero in una bella diatriba tra austria e prussia *-*
     
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  14. Chibi_
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    04- Don’t touch him! Il ragazzo venuto dall’oriente.
    (Kiku)



    -Luuuuud, muoviti, siamo in ritardo!-
    Il piccolo italiano sfrecciava per il corridoio guardando indietro verso il ragazzo biondo che correva dietro di lui e che gli urlava contro
    -e di chi sarebbe la colpa brutto idiota??non sono certo io che non mi muovo la mattina! E non correre per i corridoi, potresti investire….-
    In quel preciso momento l’italiano si pestò i lacci delle scarpe, inciampò, ruzzolò per qualche momento e cadde addosso a un ragazzo.
    -… qualcuno- appunto. Ludwig rallentò e si diresse verso quell’esserino che in un paio di giorni era diventato la fonte dei suoi problemi, e che ora era comodamente sdraiato addosso a un povero malcapitato.
    Feliciano si alzò di scatto e si rivolse verso il biondo
    -ihhhh! Scusami, scusami ti prometto che la prossima volta ti do retta, non mi sgridareeee!-
    -è inutile che chiedi scusa a me, piuttosto dillo al tizio che hai appena investito-
    Il ragazzo in questione si alzò, si rivolse al castano e, tra mille inchini, balbettò
    -ma no non si preoccupi, è colpa mia che non stavo attento…..- poi notò il tedesco – oh, Ludwig-san, scusi non l’avevo riconosciuta, buongiorno.-
    -buongiorno Honda.-
    Kiku Honda frequentava la sua stessa classe, ed era giapponese. Ludwig l’aveva conosciuto all’inizio dell’anno, quando l’aveva visto intento a cercare di capire in che classe era capitato, e si era offerto di aiutarlo.
    Feliciano lo guardò stralunato. Perché si inchinava? E che strano modo di parlare aveva! Mentre il ragazzo continuava con il suo elenco di scuse l’italiano lo osservò meglio : era basso (più basso di lui!), aveva uno strano caschetto di capelli neri e due grandi occhi castani. Lo guardò incuriosito, poi gli prese le mani e le scosse sorridendo, interrompendolo
    -ciao! Io sono Feliciano Vargas! Sei un amico di Ludwig? Allora sei anche mio amico! Sono sicuro che andremo molto d’accordo, vero? Vero?-
    Il giapponese arrossì violentemente e ritrasse di scatto la mano.
    Ludwig si portò una mano alla fronte e stacco Feliciano da Kiku, prima che a quest’ultimo venisse un infarto. L’aveva osservato diverse volte e aveva capito che, no, il giapponese non era un’amante del contatto fisico. Era sempre gentile e diligente, era un buon lavoratore, sapeva sempre quando parlare e non diceva mai nulla di eccessivo; proprio per queste doti il tedesco si trovava bene con lui, ma aveva notato che al giapponese bastava un nonnulla per entrare nel pallone. Infatti era sufficiente che qualcuno lo sfiorasse, o soffermasse troppo lo sguardo si di lui, o gli chiedesse qualcosa, che Kiku arrossiva ed iniziava a balbettare. Una volta era quasi svenuto quando una ragazza gli si era dichiarata e lo aveva abbracciato.
    -io e Ludwig stavamo andando a pranzare, ti unisci a noi? Sarà divertente!-


    -……cosa c’è?-
    L’italiano e il tedesco guardavano tra il preoccupato e il disgustato il piatto di sushi che Kiku stava tranquillamente mangiando
    -cosa c’è? – ripeté il giapponese – ho qualcosa in faccia?-
    - Kiku, quello…. È pesce crudo?-
    -si, è sushi, preparato proprio stamattina. Ne volete un po’?-
    Feliciano puntellò con un dito uno dei bocconi del bento del moro, trillando:
    -che strano! È così…. Viscido! E senti che odore acre che ha! Lud….. lo proviamo?-
    Ludwig guardò poco convinto il piatto del giapponese
    -ma… siamo sicuri che sia commestibile?-
    -erto, ed è anche molto nutriente, ma se non vuole provarlo non importa, non voglio forzarla…..-
    -invece lo devi assaggiare! Daaaaaaaaaaaaai Lud, se non lo provi nche tu non lo mangio neanche io!-
    -ma cosa c’entro io?? Se lo vuoi mangiare fallo e lascia in pace me!
    Il labbro inferiore del più piccolo tremolò leggermente, e l’italiano mostrò un’espressione da cucciolo abbandonato lasciato da solo in mezzo alla strada in un giorno di pioggia, la sua arma più temuta e pericolosa.
    Ludwig cercò di non guardare il musetto abbattuto dell’italiano. Non si sarebbe lasciato convincere! Non tanto per non mangiare il sushi, ma per dimostrare (in verità più a se stesso che a Feliciano) che quel ragazzino non poteva fargli fare tutto quello che voleva, diamine, sapeva anche dire di no, lui!
    -Lud….- Feliciano appoggiò la mano sul suo braccio, guardandolo intensamente con quei suoi occhioni enormi, Ludwig si sentì mancare.
    Spostò lo sguardo da Feliciano al piatto del sushi poi, finalmente, allungò la mano verso un boccone e se lo portò alla bocca. Era tanto per provare qualcosa di nuovo, non era certo perché gliel’aveva chiesto Feliciano che lo faceva!
    Masticò con lentezza saggiandone il sapore, mentre l’italiano e il giapponese lo guardavano col fiato sospeso.
    -com’è?- chiese titubante Kiku
    -mhm… non male-
    -davvero? Allora lo provo anch’io!- trillò l’italiano allungandosi sul pranzo del giapponese –ma è buonissimo! Kiku, devi insegnarmi a farlo, io in cambio ti insegno a cucinare la pasta! Lud, così posso preparartela anche io, non sei contento? Ma… Lud? Luuuuuuuuuuud???.


    Quando riaprì gli occhi, Ludwig si ritrovò a fissare il soffitto bianco dell’infermeria, gli faceva male la testa, ma almeno non c’era nessun italiano logorroico nei dintorni
    -Luuuud, Lud, stai bene?- Feliciano fece la sua comparsa nella stanza, rompendo i timpani al biondo e buttandosi accanto al suo letto. Come non detto.
    -come stai? Ti sei sentito male subito dopo aver mangiato il sushi, sei diventato pallido, hai iniziato a boccheggiare e sei svenuto! Il medico della scuola ha detto che sei intollerante a quella cosa nera del sushi! Kiku crede che sia colpa sua, si è chiuso nella sua camera e non vuole più uscire!-
    -il mal di testa del tedesco si intensificò e fece cenno al moro di chiudere la bocca
    -non ti preoccupare, ora sto bene, non è successo niente di grave, no?-
    L’espressione dell’italiano si addolcì
    -sono contento che tu stia bene…-
    Ludwig arrossì vistosamente, sorpreso dalla semplicità disarmante dell’affermazione di Feliciano.
    -ecco…-
    La porta dell’infermeria si spalancò con un tonfo, e un ragazzo, al possente grido di – ho sentito che il mio fratellino è malato! Non ti preoccupare, West, ora trai piacere dalla vista della mia magnifica persona, non ti senti già meglio?- entrò nella stanza.
    A Ludwig basto un’occhiata al ragazzo che era appena entrato, che la sua emicrania quadruplicò.
    -oh, no.- sospirò rassegnato il biondo.
    -oh, sì.- rispose con un ghigno il nuovo arrivato


    N.DAry

    Eccolo, è arrivato, è arrivato! *si esalta da sola* prevedo tempi molto bui per Lud XDD
    Ok torniamo seri, questo capitolo è alquanto inutile e noioso, lo so,è stata una faticaccia anche scriverlo, ed è anche più corto degli altri…. Ma mi serviva per introdurre…. Beh, credo abbiate capito chi è il nuovo arrivato, vero?
    Per quanto riguarda l’intossicazione di Ludwig…. Beh,, non so che dirvi. Ero al ristorante giapponese e mi stavo mangiando, appunto, del sushi, mentre pensavo a un qualche motivo idiota per far finire Ludwig in infermeria, quando mi è venuta questa idea. Si, ok, ne potevo trovare millemila meglio, ma pazienza, ormai è andata così ^^” e comunque facendo qualche ricerca ho letto che il sushi si fa fatica a digerirlo, poiché a quanto pare nella pancia degli orientali sono presenti batteri in grado di produrre un particolare enzima che serve alla digestione del nori e che invece sono assenti nel nostro apparato…. Quindi alla fine non è proprio un qualcosa campato per aria, il mio! * si arrampica sugli specchi*. Anche se comunque per uno che lo mangia di rado non dovrebbe dare nessun fastidio, almeno credo .-.

    ringrazio tutte quelle che leggono sto sclero di fan fic... non sapete quanto mi fate contenta :(piango):
     
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  15. Feƒeica92*
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    CITAZIONE
    Il labbro inferiore del più piccolo tremolò leggermente, e l’italiano mostrò un’espressione da cucciolo abbandonato lasciato da solo in mezzo alla strada in un giorno di pioggia, la sua arma più temuta e pericolosa.

    mia sorella mia sorella!! questa è lei mannaggia la suo faccino -.-

    ...
    CITAZIONE
    -oh, no.- sospirò rassegnato il biondo.
    -oh, sì.- rispose con un ghigno il nuovo arrivato

    oh si.. oh si.. oh si.. oh siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!!! *no giurno non sto simulando un orgasmo xD* :(guru):
    non vedo l'ora *-* li amo li amo tanto questi 2 fratellini *-* invece mi è piaciuta la cosa dell'alga xD mi ha fatto ridere x) anche se lud che sviene non riesco a immaginarlo ù.ù semplicemente perchè sverrei io davanti a lui ù.ù cmq è sempre più bella *-* brava =D=D=D *applaude clap clap* :(rotfl):
     
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34 replies since 29/10/2010, 20:25   438 views
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