Cliccare qui per una morte lenta e dolorosa

aka: le fan art di Phantom

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  1. ~Phantom Lady
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    CITAZIONE (ArtemisxHyung @ 5/3/2013, 20:42) 
    per qualche motivo ora voglio vedere moldova che abbraccia romania mentre quest'ultimo tenta di farsi bulgaria, che invece è alle prese con dello yogurt greco che non riesce ad aprire *i suoi filmini sono sempre moooolto profondi*

    Ommiodio, adesso devo farlo *^*
     
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  2. Feƒe~Chan*
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    CITAZIONE
    E' davvero incredibile come Romania appaia tremendamente puccioso in qualsiasi cosa, non trovi? <3

    SII *-* Con quei dentini meravigliosi <3<3 mi fanno morire *-*
    CITAZIONE
    E non solo disegno ovunque, ma anche in qualsiasi momento, credo sia una delle mie vocazioni **

    esattamente! sono fiera di te <3
     
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  3. ArtemisxHyung
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    CITAZIONE
    per qualche motivo ora voglio vedere moldova che abbraccia romania mentre quest'ultimo tenta di farsi bulgaria, che invece è alle prese con dello yogurt greco che non riesce ad aprire *i suoi filmini sono sempre moooolto profondi*

    Ommiodio, adesso devo farlo *^*

    sono cose che accadono normalemnte nella mjia testa :(patpat): :(patt):
     
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  4. ~Phantom Lady
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    CITAZIONE (ArtemisxHyung @ 5/3/2013, 21:23) 
    CITAZIONE
    per qualche motivo ora voglio vedere moldova che abbraccia romania mentre quest'ultimo tenta di farsi bulgaria, che invece è alle prese con dello yogurt greco che non riesce ad aprire *i suoi filmini sono sempre moooolto profondi*

    Ommiodio, adesso devo farlo *^*

    sono cose che accadono normalemnte nella mjia testa :(patpat): :(patt):

    Tanton questa la faccio, prima o poi ** E' qualcosa di tremendamente figo!
     
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  5. ArtemisxHyung
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    ok la farò anchio visto che è farina nel mio sacco.vediamo come vengono!
     
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  6. ~Phantom Lady
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    Haloa~
    E adesso metto la mia robaccia ù.ù

    Il mio primo disegno con la tavoletta grafica! Fatto e finito il giorno stesso in cui l'ho avuta xD
    http://zeldanoir.deviantart.com/art/Chibit...%253A1363378630
    Ed ecco qua l'opera *ahem* ispiratami da Artemis!

    La mia versione di Fem! Bulgaria

    E Fem! Romania

    So che è difficile, ma tralasciate il fatto che non riesco a fare delle foto decenti xD (ho modificato un po' le ombre al computer)
     
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  7. ArtemisxHyung
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    le fem! romania fem! bulgaria sono delle gnocche da paura!! *va a mostrarle all'amico bulgaro* bello quello con la tavoletta! a me SAI ha voltato le spalle neanche a una settimana che ce l'avevo (ho scritto giusto? la mia grammatica fa schifo) continua così!! :(Y):
     
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  8. ~Phantom Lady
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    Grazie! :(smackfrancis):
    Come programma Sai mi piace, ma credo che la versione di prova finirà presto! Per fortuna che dovrei avere il programma per la tavoletta grafica che ho comprato, sempre se melo installa, incrociamo le dita >.<
    Sono contenta che ti siano piaciute le mie versioni nyotalia di Romania e Bulgaria, specialmente per quest'ultima ci ho messo un'eternità a inventarle un vestito xD
     
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  9. ArtemisxHyung
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    ora sai è tornato a volermi bene
    cmq se cerchi sul tutubo paint tool sai free saltano fuori video che funzionano bene e nn danno virus!!! hai la wacom bamboo fun pen? xk a me nn me lo ha scaricati quel programma anche avrebbe dovuto :'(
     
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  10. ~Phantom Lady
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    CITAZIONE (ArtemisxHyung @ 17/3/2013, 13:49) 
    ora sai è tornato a volermi bene
    cmq se cerchi sul tutubo paint tool sai free saltano fuori video che funzionano bene e nn danno virus!!! hai la wacom bamboo fun pen? xk a me nn me lo ha scaricati quel programma anche avrebbe dovuto :'(

    A me Sai non mi vorrà più bene quando finirà la versione di prova, perchè le cose a cui mi affeziono finiscono per abbandonarmi ç.ç *aria drammatica*

    Ho la Bamboo Pen, ma ho provato a mettere i dati dal cd alla pennetta usb (avendo un portatile non c'è lo spazio per un disco) e non mi funziona ç.ç Adesso provo a scaricarlo direttamente dal sito, sono tipo due giorni che lotto con quuel dannatissimo programma ma nulla!
     
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  11. ArtemisxHyung
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    neanchio lo trovo, e ho tutti e due i computer fissi, quindi ho installato tutto direttamente :'( (cattiva wacom D:)
     
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  12. ~Phantom Lady
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    CITAZIONE (ArtemisxHyung @ 17/3/2013, 21:04) 
    neanchio lo trovo, e ho tutti e due i computer fissi, quindi ho installato tutto direttamente :'( (cattiva wacom D:)

    Io alla fine ci ho rinunciato xD

    Aggiornamentoooo~


    Ci ho messo un'eternità e non si può guardare ç.ç
    Quantomeno la ff a cui è legata è quasi carina, ma essendo lunga non vi costringo a leggera, anche se, nel caso lo faceste, sapreste perchè Romania ha in mano "cinquanta sfumature di grigio" e Estonia e Russia stanno litigando sullo sfondo .-. (sì, quei due sgorbi sono loro)
    Ve la posto in anticipo prima di pubblicarla su efp solo perchè siete voi ù.ù
    Viva la Romania x Ucraina! >.<

    *
    You’re a troublemaker
    You’re a troublemaker…
    You ain’t nothing but a troublemaker girl



    **
    You had me hooked again from the minute you sat down
    The way you bite your lip
    Got my head spinnin’ around
    After a drink or two
    I was putty in your hands
    I don’t know if I have the strength to stand

    Non avrei mai pensato che in Ucraina ci fossero così tanti siti da vedere. Dopo aver visitato il museo nucleare di Chernobyl per la mia tesi di chimica, mi sono spostato con i mezzi pubblici fino a Kiev per tornare all' hotel e passeggiare per le vie della città antica.
    Appena scesi dalla metropolitana cercai il primo bar sulla strada, per riposare le gambe intirizzite di ore passate in piedi a causa della mia gentilezza - non avrei mai negato il posto ad una povera anziana ingobbita - e per nascondermi dal sole del pomeriggio, che, nonostante non fosse eccessivamente forte, sembrava accanirsi contro i poveri turisti.
    Aprii la porta del primo locale tranquillo che vidi e dopo aver salutato in russo i presenti - che mi accolsero a loro volta con una occhiata fulminante che mi fece pentire di aver solo messo piede in Ucraina - mi sedetti ad un tavolo singolo, aspettando che un cameriere mi notasse.
    Frattanto che attendevo lasciai che l'aria condizionata rinfrescasse un poco le mie forze e tirai fuori dalla borsa gli appunti che avevo preso a Chernobyl per sistemarli ed evidenziare le nozioni principali con una matita.
    Mentre ero immerso nel mio lavoro, si avvicinò una giovane bionda, chinandosi leggermente. Alzai distrattamente lo sguardo dai fogli sparsi sul tavolino, per poi posarli - erroneamente - sulla scollatura della cameriera, il cui seno prosperoso minacciava di farmi saltare in un occhio un bottone.
    Mi concentrai nuovamente sulle scritte inchiostrose e piene di cancellature - questo perchè la guida cominciava con un argomento per poi smetirlo con lo scopo di confrontarlo alla sua successiva affermazione - cercando di distrarmi da quel che avevo visto solo pochi secondi prima.
    La cameriera, sempre con un sorriso brillante, rimase ad attendere un'ordinazione, finchè, con tono interrogativo, non mi chiese cosa desiderassi.
    « Una birra » le risposi, senza neanche volerne una davvero, comunque, ero lì solo per distendere i nervi e rilassarmi, accompagnato dalla radio che trasmetteva notizie in ucraino - di cui riuscì ad intuire solo le parole simili al russo - alternandole con canzoni di cui non conoscevo neanche l'esistenza.
    La ragazza si allontanò dopo aver segnato l'ordinazione sul piccolo taccuino. La seguii con lo sguardo mentre si dirigeva verso il bancone.
    La gonnellina che indossava sopra le calze scure era molto accattivante, ma non certo il vestiario adatto per una cameriera in un bar di uomaccioni - molto probabilmente - pervertiti.
    Con movimenti sinuosi sgusciava da un tavolo all'altro, compiendo una sorta di slalom tra le sedie disposte in maniera del tutto casuale. E come avevo immaginato, una mano particolarmente curiosa appartenente ad un affascinante uomo biondo dagli occhi azzurri schiaffò i glutei della giovane con somma soddisfazione.
    La cameriera lanciò un gridolino di sorpresa, voltandosi indignata verso il cliente in questione. Con fare indispettito afferrò la brocca d'acqua sul bancone e la versò nell'alcolico dell'uomo, facendo traboccare il liquido fino a terra e bagnando i pantaloni dello straniero. Poco dopo intervenne il proprietario, che mandò via il francese - lo avevo intuito dal suo accento - di malomodo, tra lo stupore generale - anche se ero certo che tra qualcuno di coloro che fingevano ribrezzo qualcuno avrebbe volentieri allungato le mani.
    Poco dopo la situazione venne accantonata da tutti, intenti a fissare con insistenza la radio, che pareva trasmettere qualcosa di importante. Le mie scarse conoscenze di lingua ucraina mi suggerivano che si trattasse di un evento poco gradito, ma non capii di che genere.
    La cameriera mi portò la birra che avevo ordinato, posandola accuratamente ad un lato sopra un piattino per evitare che bagnasse i miei appunti.
    La ringraziai, questa volta con un ucraino improbabile che la fece sorridere, portando il boccale alle labbra distrattamente, troppo assorto dalla mia tesi.
    Alzai per sbaglio lo sguardo, notando che anche la bionda mi stava guardando con una gamba sulla sedia alta e l'altra che toccava a terra, scrutando ogni tanto anche gli altri clienti per sapere se uno di loro avesse bisogno di qualcosa.
    La gonna già corta ora scopriva buona parte della gamba, celata solamente dalle aderenti calze scure. Il semplice grembiule bianco sgualcito le accentuava perfettamente ogni curva e - Dio - ma lo faceva apposta? Voglio dire, non poteva sedersi come ogni persona normale oppure in Ucraina devo per forza sedersi come dei contorsionisti?
    Feci finta di nulla bevendo un'altro sorso di birra, sentendo un leggero risolino.
    Alzai lo sguardo indispettito, ma appena vidi l'ucraina sorridere mi chiesi cosa ci fosse sul mio viso. I capelli fuori posto erano una cosa abbastanza normale, forse il colore dei miei occhi era leggermente inusuale, ma se ne sarebbe accorta prima, no? Mi girai furtivamente verso il vetro chiaro e cercai di sforzarmi per vedere la mia immagine riflessa. Posai un dito sulle labbra, sentendole vagamente schiumose. Afferrai un fazzoletto, pulendomele rapidamente.
    Avevo decisamente fatto troppe pessime figure quel giorno, quindi decisi di alzarmi. Rinfilai gli appunti nella borsa - senza riordinarli e spiegazzandoli - e mi misi in piedi, ma sentii un giramento di testa. Posai una mano sul tavolo per evitare di cadere, ma dopo aver fatto eccessivamente peso su un braccio, scivolai a terra, portandomi dietro anche il tavolino.
    La cameriera mi si avvicinò di fretta e spostò il tavolino caduto rimettendolo al suo posto, dopodichè si chinò verso di me per aiutarmi. Mi allungò una mano, mentre con la mia sinistra presi a massaggiarmi la testa, chiedendomi come mai non mi sentissi bene. Non era la prima volta che bevevo - anzi, in Romania ero abituato anche a distillati di acquavite - ma non riuscivo a trovare l'equilibrio per mettermi in piedi e non camminare come una donna ubriaca sui tacchi.
    Sbattei velocemente le ciglia, aiutandomi ad alzarmi con la mano tesa della cameriera, che mi offrì un bicchiere di acqua fredda, supponendo che fossi ubriaco, ma ecco, non pensavo fosse quello il problema.
    Posai i soldi su di una ciotolina decorata del bancone - che poi era adibita alle donazioni e non al conto - e me ne andai salutando.
    Sfortunatamente mi dimenticai che fuori dal locale la temperatura era alta, in netto contrasto con l'aria fresca del bar. Quantomeno, servì a farmi riprendere, anche se molto probabilmente avrei rimandato la visita al centro storico di Kiev, per dedicarmi a qualcosa di meno stancante come la visita alla biblioteca.

    ***
    It’s like you’re always there in the corners of my mind
    I see a silhouette every time I close my eyes
    There must be poison in those finger tips of yours
    Cause I keep comin’ back again for more

    Dopo una rapida sosta all'hotel ripresi la tracolla - fieramente ornata con la bandiera romena - e uscii per dirigermi alla biblioteca pubblica, non troppo lontana dall'albergo nel quale alloggiavo.
    Entrai nell'edificio, salutando in inglese - preferivo comunicare nella lingua universale piuttosto che in ucraino, dato che conoscevo decisamente meglio il primo idioma - e mi avvicinai allo scaffale dei saggi scientifici, più precisamente a quelli inglesi che trattavano del tremendo incidente di Chernobyl.
    Presi un libro dall'aria particolarmente interessante, cominciando a sfogliarlo e osservando, leggermente impressionato, le foto riportate tra le pagine. Alzai lo sguardo, notando un volto già conosciuto dalla parte opposta dello scaffale. Cercai di mettere a fuoco la donna, provando a ricordare a chi appartenessero quei capelli biondo cenere e quegli occhi chiari. Poi mi venne in mente la cameriera che avevo incontrato qualche ora prima al bar, che sentendosi osservata si spostò posando il libro che aveva in mano. Mi sporsi dallo scaffale per vederla accostarsi al tavolo dove erano impilati i libri più richiesti del mese. Ne prese uno e cominciò a sfogliarlo nervosamente, avanazando prima un passo a destra, poi uno a sinistra. Seguii ogni suo movimento con i miei, come uno specchio, tenendo gli occhi fissi su di lei e fingendo a mia volta di leggere un libro a caso – tra l’altro passai anche per un pervertito afferrando Cinquanta sfumature di grigio.
    Fece una giravolta rapida per distrarmi e corse dietro un altro scaffale, come se si stesse nascondendo. Mentre si voltava urtò il tavolo col piede, piegando la gamba di metallo e facendola scivolare sotto il resto del tavolo. Inevitabilmente, tutti i libri impilati si riversarono a terra, aprendosi o roviando le copertine.
    Mi chinai di istinto per raccoglierli dopo che la giovane li aveva fatti accidentalmente cadere, sperando che non mi scambiassero per un imbranato venuto a far danni. Sfortunatamente la proprietaria mi si avvicinò adirata agitando le braccia e con un’espressione vagamente afflitta finsi dispiacere per l’incidente, mentre la donna continuava a fare la predica al vento dato che le mie attenzioni erano rivolte altrove.
    La cameriera stava discorrendo con un uomo piuttosto inquietante dall'accento russo, con dei chiari occhi di ghiaccio. Ella indicò il libro, dicendogli che voleva leggere con calma, allontandosi infastidita. Il ragazzo alto la seguì, ma un giovane biondo con gli occhiali si avvicinò ai due, facendo notare che la ragazza era occupata e cercò di allontanare il russo domandando alla bionda se conoscesse il primo libro che aveva preso da uno scaffale, facendole delle domande sulla qualità dello stesso.
    Esasperata l' ucraina si allontanò, sperando di lasciarsi alle spalle quei due pretendenti invadenti. La seguii con lo sguardo, accennando un sorriso divertito finchè non lasciò la biblioteca, con il libro che aveva in mano da quando avevo preso a seguirla, dimenticandosi di segnarlo per il prestito.
    Tornai a concentrarmi sulla mia ricerca, non riuscendo a togliermi dalla testa la silhouette di quella stupenda ragazza dai movimenti così goffi e buffi, e al contempo accattivanti ed intriganti, con quel suo modo di sgusciare da una parte all'altra con movimenti rapidi e larghi del bacino e con quel seno che dava l'impressione di sentire l'eco di un rumore gommoso. Non riuscivo a chiudere gli occhi senza rivederla mentre si faceva spazio tra le sedie con un'improbabile eleganza o la posizione strana con cui si era seduta.
    Non avevo mai avuto particolare interesse per la sfera sessuale, avrei dovuto conoscerne l'esistenza proprio in Ucraina? Durante un viaggio di studio in cui invece che guardare le abitanti del posto e pedinarle involontariamente, avrei dovuto documentarmi per la tesi?
    Lasciai la biblioteca, conscio che sarebbe stato inutile cercare di imparare qualcosa mentre disegnavo una scadente miniatura della cameriera ucraina. Tornai quindi leggermente deluso all' hotel, cercando di ricordarmi almeno quelle poche cose che avevo letto e visto prima di riconoscerla.
    Quando giunsi in albergo era già tardi, i mezzi avevano ritardato a causa di un incidente, che oltretutto mi costrinse di fare il resto della strada a piedi - e se avessi cominciato a camminare già da subito sarei probabilmente arrivato prima.
    Presi la chiave della camera e la prima cosa che feci una volta dentro - chiaramente dopo aver chiuso la porta - fu gettarmi sul candido letto rifatto, lanciando in un angolo la borsa e chiudendo gli occhi cercando di riposare.
    Nonostante la stanchezza non riuscivo a dormire, per questo accesi la televisione senza un motivo ben preciso, ascoltando i conduttori dei programmi discorrere in ucraino e piegarsi dalle risate. Anche se non sapevo di cosa stessero parlando, accennai un sorriso. Doveva trattarsi di uno di quei show dove i partecipanti sono degli inesperti che cercano di emergere per qualche cosa in particolare. E chiaramente un concorrente che si rispetti ha l’innata capicità di dedicarsi alla specialità che meno gli si addice. Non che faccia particolarmente ridere, comunque, soprattutto se è in una lingua che non si conosce bene e pertanto non si riescono a godere le battutine intelligenti dei presentatori.
    Fortunatamente l' effetto soporifero della televisione non tardò a manifestarsi, difatti mi addormentai abbastanza in fretta, dimenticandola anche accesa.

    ****
    Oh oh oh…
    Trouble troublemaker, yeah
    That’s your middlename
    [...]
    Oh oh oh...
    Why does it feel so good but hurt so bad
    Oh oh oh…
    My mind keeps saying
    Run as fast as you can
    I say I’m done but then you pull me back
    Oh oh oh…
    I swear you’re giving me a heart attack
    Troublemaker

    Uscii dall'hotel di fretta, lasciando tutte le finestre aperte e la televisione ancora accesa. Questa volta sarei andato nel centro storico di Kiev, le probabilità di incontrarla erano pari a zero.
    La visita nella città antica più che avere un'utilità scolastica era stata solamente un mio piccolo capriccio. Semplicemente avevo voglia di farci una passeggiata in quanto in Europa è sempre la zona più artistica del luogo.
    Prima di prendere la metropolitana decisi di fare un piccolo azzardo: mi recai al bar dove lavorava l'ucraina, senza neanche pensarci due volte, sperando di vederla anche di sfuggita.
    Mi sedetti al tavolo che il giorno prima avevo ribaltato e aspettai che la cameriera mi notasse, e in poco tempo si avvicinò per chiedermi l'ordinazione, ancora un volta piegandosi e lasciando intravedere una piccola parte della pelle scoperta dalla scollatura.
    Le chiesi nuovamente una birra e posai i miei appunti sul tavolino, assumendo la solita aria corrucciata. Poco dopo mi portò la bevanda su un piccolo vassoio su cui erano adagiati anche altri alcolici.
    Prese con la mano libera il boccale, ma non riuscendo a mantenere il peso degli altri bicchieri pieni su una mano sola, ne rovesciò completamente il contenuto sul tavolino dove erano sparsi i miei appunti, inzuppandoli di un pungente odore di alcool.
    Corse al bancone e afferrò un panno per asciugare il danno, mentre i fogli che con tanta cura avevo conservato galleggiavano sulla sottile patina di birra giallognola.
    In quel momento avrei volentieri afferrato un qualsiasi arnese - che fosse una coltellino svizzero o una motosega poco importava - e sbatterlo da qualche parte, ma cercai di mantenere la tranquillità, mentre i liquidi cominciavano a sciogliere le ricerche fatte al museo di Chernobyl e l'inchiosto si allargava con macchie più chiare sul bianco del foglio, rendendone la lettura quasi impossibile.
    « No! » sussurrai disperato con la voce spezzata mentre vedevo la mia laurea in chimica fare una fine analoga ai miei appunti.
    « Sorry! Sorry! » ripeteva convulsamente, come se questo le desse il ritmo per pulire.
    « Don't worry » le risposi per calmarla, cercando di fermare quel moto quasi spasmodico di sbattere il panno sul tavolino - che tra l'altro non stava affatto pulendo, ma lo stava solo sbatacchiando da una parte all’altra, così che la macchia si allargasse e peggiorasse la situazione.
    Cielo, non sapevo il suo nome, ma sicuramente gli amici la chiamavano combinaguai! Ogni volta che qualcuno le si avvicinava una strana calamità si abbatteva su ciò che la circondava.
    Cercai di recuperare la ricerca sul disastro del 1986 da cui sarebbe dipeso il mio futuro da chimico, ma ecco che, appena tentai di prendere un foglio in mano una parte si staccò mollemente e lentamente ed il resto tornò a galleggiare sulla birra.
    Provai allora a prenderle con entrambe le mani e anche se si fossero rovinate, il problema non sarebbe stato quello, quanto piuttosto riuscire a decifrare quelle macchie di inchiostro.
    La cameriera mi portò un'altro bicchiere di birra, ma questa volta mi alzai per prenderlo, non per farla sentire in colpa, ma per evitare che combinasse altri guai.
    Non avendo un posto dove metterli evitando di far diventare i mie appunti una simpatica poltiglia adatta unicamente al riciclaggio, il proprietario mi concesse di rimanere al bar per aspettare che si asciugasse la bozza della tesi, offrendomi gentilmente anche qualche stuzzichino.
    La cameriera si sedette accanto a me, scusandosi ancora una volta. Si presentò sorridendomi e sfoggiando un inglese a dir poco abominevole:
    « I are Katyushka Braginskaya » mi disse bonaria.
    Cercai di reprimere una risatina dato che non avevo minimamente intenzione di offenderla. Aveva un'espressione così ilare che mi pareva quasi un delitto mutarla con una di offesa.
    « My name is Dan Adrianescu » ed evitai di continuare con glad to meet you perchè avrebbe potuto guardarmi male.
    Mi fece qualche domanda sui miei studi e quando le risposi si fece leggermente più cupa. Per un ucraino non è certo un buon argomento di cui parlare, ma poco dopo tornò a sorridere, dicendo che aveva un parente che le raccontò qualche anno prima della sua esperienza e che se ne avevo bisogno, avrei potuto chiederle qualche notizia in più su una testimonianza oculare.
    Quando accettai sembrava davvero entusiasta, avrà senz’altro cercato di scusarsi per prima. Pareva particolarmente emozionata mentre parlava e ogni tanto ricorreva a qualche parola in ucraino quando non sapeva tradurle in inglese, ma per mia fortuna riuscii a capire lo stesso.
    Lentamente cominciammo a cambiare argomento, parlando anche di eventi più inerenti alla sfera privata. Era piuttosto interessante discorrere con una donna ucraina sulla propria Nazione, scoprendo tradizioni e cultura nei minimi dettagli, come solo un abitante può fare. Parlava un pessimo inglese e farciva i suoi discorsi utilizzando la sua madrelingua, ma era una ragazza sincera e dolce, due qualità che non hanno bisogno di parole per essere comunicate.
    Lanciai uno sguardo verso i miei appunti, notando con dispiacere che si erano asciugati. Ciò significava che avrei dovuto alzarmi e uscire dal locale, ma avrei decisamente preferito che rimanessero bagnati ancora per un po', dato che cominciavo a scoprire una certa ammirazione nei confronti di Katyushka che non comprendeva unicamente il fattore fisico, ma anche quel suo carattere premuroso e gentile che aveva qualcosa di genuinamente affascinante.
    Mi alzai dalla sedia, salutando la cameriera ed il proprietario, reinfilando nella tracolla gli appunti con delicatezza per evitare di sciuparli. Evidentemente ad una come Katyushka divertiva molto la meticolosità di un turista laureando perchè ogni cosa facessi aveva sempre una risatina timida sulle dolci labbra rosee.
    Lascia quindi il locale agitando ancora una volta la mano anche quando ero ormai all’esterno, vedendoli ricambiare – l’ucraina agitando il seno per il movimento – attraverso il vetro chiaro, reso leggermente opaco dalle macchie di unto incrostate, alle quali, probabilmente, erano talmente affezionati da decidere di non pulire.

    La scaletta del giorno consisteva nel visitare la città antica e passare una serata in un locale caratteristico, dato che in molti me lo avevano consigliato prima di partire... anche se purtroppo la visita al centro storico non sarebbe stata lunga come avrei desiderato avendo speso una manciata di ore al bar, aspettando che i miei appunti si asciugassero.
    Kiev era proprio come la immaginavo: le larghe strade pavimentate con motivi eleganti e semplici erano affiancate da raffinati edifici e monumenti, trovare delle benedette panchine non era complesso come cercare il senso della vita e l’atmosfera pareva leggermente pigra e regale.
    Sfortunatamente con solo un’ora e mezza non sarei mai riuscito a visitare con la dovuta attenzione tutta la città, quindi mi limitai a fare una passeggiata tra le strade ariose, scattando qualche foto ai palazzi più imponenti canticchiando muovendo appena le labbra una ballata romena.
    Estrassi dalla borsa il cellulare per controllare l’ora, notando che mi ero allargato coi tempi della visita. Avevo prenotato un tavolo, ma se non mi fossi sbrigato lo avrebbero senz’altro assegnato a qualcun altro.
    Cominciai a scendere correndo delle scale, saltando gli scalini a tre o quattro e reggendomi al corrimano in ferro arruginito quando rischiavo di scivolare per il balzo. Sembravo particolarmente idiota mentre saltellavo da un gradino all’altro reggendomi con una mano il cappellino e con la lunga tracolla che si agitava convulsamente da una parte all’altra e l’espressione appanicata di un padre che si affretta a raggiungere l’ospedale per assistere alla nascita del proprio figlio.
    A causa della velocità accumulata dalla discesa percorsi qualche metro diritto davanti a me, prima di rallentare e voltare a destra dietro l’angolo. Accidentalmente sbattei contro qualcosa di morbido, cadendo a terra.
    Quando riaprii gli occhi vidi la combinaguai che si rialzava, scusandosi.
    Strinsi i pugni, notando di non aver più il cellulare in mano. Lo cercai con lo sgardo e capii che, una volta scivolatomi dalla mano era stato proiettato con violenza contro la pavimentazione, facendo sì che il display saltasse, distruggendo di conseguenza i cristalli liquidi all’interno e la cover che utilizzavo per non perdere la sim card, che notai con dispiacere frantumata tra i denti di un cane.
    Quel telefono... in quel telefono avevo tutti i numeri di cellulare di persone illustri, tra cui importanti chimici che mi avrebbero potuto aiutare nella tesi, nonchè i contatti di amici e parenti e qualche promemoria appuntato tra le note.
    Perchè sono sempre così ansioso di incontrarla quando so che farei meglio a scappare da quell’incredibile calamita di guai se non voglio rischiare di tornare in Romania mutilato? Se ogni volta che ci scontriamo distrugge qualcosa o rischia di farlo mi farà presto venire un infarto!
    Una cosa che mi dà da pensare è il fatto che mi attiri in continuazione – perchè probabilmente sono un disastro e non me ne ero mai accorto - come se dipendessi da quei suoi guai e tornassi ogni volta indietro per subirne altri.
    Si scusò ancora, riportandomi alla realtà. Mi alzai di fretta, raccolsi i resti del mio povero cellulare e la salutai – ormai era nata una certa confidenza tra di noi – correndo verso il locale e sistemandomi i capelli con una mano.
    Arrivai davanti alla birreria e prima di entrare cercai di recuperare il respiro. Dopodichè aprii la porta, che, spostando un campanellino, fece un rumore argentino. Ancora ansante mi guardai intorno, adocchiando il tavolino che avevo prenotato, già occupato, come avevo supposto, da due uomini dall’aria poco sobria.
    Mi sedetti all’angolo della poltrona cercando di non dare nell’occhio per evitare indesiderate chiacchierate con un ubriaco.
    Allungai una mano per attirare l’attenzione di un cameriere, che subito mi fu davanti.
    Ordinai un succo d’arancia rossa, scatenando le risa chiassose dei due accanto a me, che si scambiavano battute probabilmente insensate in ucraino.
    Sorrisi debolmente, osservando il cameriere che si allontanava, sbattendo lentamente le palpebre. Il palpabile odore di alchol, misto al fumo pressante delle sigarette accese e le urla dei clienti cominciavano a farmi girare la testa.
    Spostai lo sguardo distrattamente verso un gruppo di ragazze che chiacchierava e ridacchiava alla maniera raffinata e civettuola che solo le giovani conoscono. Tra di esse notai Katyushka, con indosso un abitino di stoffa corto e semplice, di un pallido verdognolo, abbinato al trucco chiaro che le contornava gli occhi. Portava ai piedi delle scarpette basse e senza troppe pretese, delicate e raffinate come lei.
    Quando la osservavo così, in silenzio, che ridacchiava con le compagne ed un affusolato calice tra le morbide dita, senza che se ne accorgesse, la vedevo ancora più bella, così tranquilla e gioiosa, senza preoccupazioni e rimpianti sul suo dolce viso, ma nel momento in cui incontrai il suo sguardo ilare, sentii qualcosa spezzarsi nel mio cuore. Fra soli pochi giorni sarei tornato in Romania e per carità, nulla in contrario: la mia patria mi mancava come il pane dopo una settimana di digiuno, ma avrei anche avuto nostalgia di quei suoi occhi brillanti di gioia e di quel suo goffo inglese, infondo infondo – ma tanto, eh – anche di quei suoi piccoli disastri, che la rendevano anche la ragazza più dolce e buffa che conoscessi. Così poco per perdere la testa e così poco per vedere tutto svanire lentamente; progressivamente i suoi lineamenti sarebbero sfumati, un giorno avrei anche dimenticato questo viaggio in Ucraina e la sua attrazione principale, ma sono sicuro che da qualche parte la mia memoria preserverà i ricordi di questi giorni, forse in un posticino speciale all’interno della gabbia toracica – sempre che non me la fossi rotta in una delle mie tante epopee con Katyushka.
    La ragazza che conservava affettuosamente il nome di combinaguai si voltò verso di me, incrociando i nostri sguardi. Smise per un secondo di scherzare con le compagne, assumendo un’espressione di sorpresa nel vedermi e continuò a fissarmi con stupore e contentezza al tempo stesso, inclinando dolcemente il volto a sinistra e lasciando che i capelli corti le accarezzassero le guance imporporate accentuate dal fard.
    Indispettita un’ amica la richiamò alla realtà picchiettandole con le dita sulle spalle. Quando si voltò, si ritrovò dinanzi lo stesso cameriere polacco biondo dagli occhi verdi che cercava di offrirle una qualsiasi bevanda, indicandone una con l’indice della mano libera.
    « E’, tipo, gratis » le disse per convincerla, e ella accettò solamente per evitare che continuasse a tormentarla con uno di quegli alcholici – tra l’altro, dopo averlo preso, lo passò ad un’ amica, leggermente infastidita dall’odore pungente.
    Mi guardò ancora una volta sorridendo quasi divertita e ricambiai lo sguardo alzando il bicchiere di succo – cielo, mi sentivo così infantile – e accennando un’espressione sorniona.
    Ridacchiò ancora, ma fu costretta a voltarsi nel momento in cui un ragazzo tedesco dagli sfavillanti e languidi occhi rossi le posò una mano sulla spalla, cercando in tutti i modi di scambiare due parole con la giovane ed indagare meglio nella sua scollatura.
    Per qualche strano motivo, mi infastidiva particolarmente l’atteggiamento dell’albino – che non aveva molto l’aria di essere sobrio. Comunque evitai di alzarmi e fare scenate, altrimenti avrebbe potuto esserci un fraintendimento, anche se più che fraintendimento, avrebbe giusto scoperto della mia attrazione.
    Probabilmente anche il cameriere di prima aveva notato la confidenza del tedesco, per questo si avvicinò di tutta fretta ai due facendo ballare sul vassoio i bicchieri vuoti e quelli mezzi pieni.
    Inavvertitamente la ragazza si voltò di scatto, perdendo l’equilibrio e evitando di cadere grazie ad una compagna lì accanto.
    Sfortunatamente per lui, il polacco rovinò a terra assieme ai bicchieri, che si frantumarono al suolo, attirando comunque una discreta attenzione. L’altro giovane si lamentò col cameriere per avergli sporcato la sua magnifica camicia, intavolando un litigio che fece girare quasi tutti i presenti – meno quelli impegnati in altro, chiaramente.
    Anche le compagne di Katyushka si intromisero parteggiando chi per l’uno chi per l’altro, tirando la loro amica da una parte all’altra per convincerla a difendere uno dei due ragazzi.
    Guardò spaesata i presenti, posando il peso ora sulla gamba sinistra e ora sulla destra, barcollando e vacillando sotto le spinte delle compagne. Avanzò invano un passo per mantenere l’equilibrio allungando quindi una mano verso il pavimento per evitare quantomeno di farsi male e chiuse gli occhi, ma appena la sostenni per un braccio aprì le palpebre sorridendomi imbarazzata come se avesse intuito i miei prossimi movimenti.
    Posò il palmo sinistro a terra e dandosi una leggera spinta si rimise in piedi, mentre con rapidità feci scorrere le dita sulla pelle scoperta del suo braccio - procurandole un leggero brivido – fino a stringerle la mano. Appena sentii ricambiare la stretta con timidezza mi voltai verso l’ucraina, sorridente e con le guance imporporate, accennando delle risatine divertite a fior di labbra.
    La guidai fuori dal locale senza neanche sapere dove dirigermi una volta all’esterno, non conoscendo bene la zona – tralasciando il fatto che mi trovavo anche in uno stato di stordimento a causa del chiacchiericcio e del fumo che stagnavano nella birreria.
    Fortunatamente Katyushka ebbe spirito di iniziativa, dato che cominciavo a sentirmi un po’ spaesato. Con delicatezza, facendo debole pressione sul polso, mi fece voltare fino a trovarmi di fronte il suo viso a pochi centimetri dal mio, tanto che potevo sentire il suo respiro fresco accarezzarmi la pelle.
    Posò le mani sulle mie spalle per mantere l’equilibrio e si mise in punta dei piedi per raggiungere la mia stessa altezza. Socchiuse gli occhi e avvicinò titubante le labbra leggermente sporgenti e profumate di fragola, come quelle dei bambini, indecisa su dove lasciare il segno umidiccio del suo lucidalabbra. Nonostante avessi tutti i muscoli tesi per reprimere una qualsiasi indesiderata reazione, abbassai dolcemente le palpebre, come se già sentissi le sue labbra premere delicatamente contro le mie. Alla fine, invece, mi posò un leggero bacio sulla guancia, si separò in fretta e timidamente, e con le guance graziosamente arrossate mi ringraziò. Si soffermò per un istante a guardarmi negli occhi, alzando il viso. Non sapevo minimamente come gestire la situazione, era la prima volta che una ragazza mi avesse guardato in quella maniera e la prima che il mio sguardo celasse un velo di malinconia e nostalgia. Temevo che qualsiasi gesto potesse far crollare la sospensione di quei secondi di tacita comunicazione.
    Evidentemente anche lei aveva lo stesso problema: dopo poco tossì per infrangere l’imbarazzante silenzio che cominciava a metterla in soggezione. Sorrise nuovamente dirigendosi verso la parte opposta del locale a passo sostenuto, voltandosi ogni tanto per guardarmi. In poco tempo si perse tra le luci soffuse delle strade e le sporadiche coppie di innamorati che si scambiavano baci ed effusioni affettuose e chiassosi gruppi di amici che scherzavano tra di loro.
    Portai una mano sulla guancia destra, sfiorando la fresca patina di lucidalabbra con mal celata mestizia.
    Sarebbe potuto essere di più.




    *Sei una combinaguai/ Sei una combinaguai.../ Sei solamente una ragazza combinaguai

    ** Mi hai attratto nuovamente dal momento in cui ti sei seduta/ Il modo in cui ti mordi le labbra/ Mi fa girare la testa/ Dopo una drink o due/ Ero nelle tue mani/ Non so se ho la forza di stare in piedi

    *** E' come se fossi sempre dietro l'angolo della mia mente/ Vedo una silhouette ogni volta che chiudo gli occhi/ Deve esserci del veleno sulla punta delle tue dita/ Perchè torno sempre indietro a prenderne di più

    **** Oh oh oh/ Combina guai, sì/ Questo è il tuo soprannome/ [...] / Oh oh oh/ Perchè sembra così bello ma fa così male/ Oh oh oh/ La mia mente continua a dire/ Corri più velocemente che puoi/ Dico di essere stanco, ma mi fai tornare indietro/ Oh oh oh/ Mi farai venire un infarto/ Combinaguai!
     
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  13. ArtemisxHyung
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    è carino, il disegno! ah, quindi non sono l'unica a, tra virgolette, fare delle "contro fav shipping" *filmini mentali USAXPRK e SKXHK*
    cmq ho scoperto che il programma te lo devi proprio scaricare dal sito, l'avviso sulla tavoletta è per il fatto che avendola acquistata hai artrage gratis! *rilegge e caèpisce che a spiegare fa schifo e nn acrai capito niente* *invia il post lo stesso*
     
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  14. ~Phantom Lady
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    CITAZIONE (ArtemisxHyung @ 21/3/2013, 19:13) 
    è carino, il disegno! ah, quindi non sono l'unica a, tra virgolette, fare delle "contro fav shipping" *filmini mentali USAXPRK e SKXHK*
    cmq ho scoperto che il programma te lo devi proprio scaricare dal sito, l'avviso sulla tavoletta è per il fatto che avendola acquistata hai artrage gratis! *rilegge e caèpisce che a spiegare fa schifo e nn acrai capito niente* *invia il post lo stesso*

    Per contro fav intendi il fatto che finisce un po' male? A me piacciono le cose così xD
    Ah, grazie per l'illuminazione, ma ormai credo continuerò ad usare pain tool sai ùù
     
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  15. .Yunan~
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    Mmh...UcrainaxRomania? Approvata <3 stupendi i disegni ;D
     
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905 replies since 20/1/2013, 16:49   4241 views
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