Desidery

Prussia x Fem!Romano (OC) + OC; AU; Raiting: Verde

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    𝐏𝐀𝐆𝐄 𝐎𝐅 𝐖𝐀𝐍𝐃𝐒

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    Allora, ho trovato una sezione sulle Fanfiction! Bene, posterò anche la mia.
    La mia prima Fanfiction che ho anche pubblicato su EFP (con scarso successo).
    Ho cambiato il titolo, non è più Desidery ma Desire.



    Desire
    Capitolo 1 - Il parco comunale
    Era un sabato pomeriggio di pieno aprile come tutti gli altri.
    Carlotta stava passeggiando, come tutti i sabati, per le vie del parco comunale della sua città di residenza. Si respirava un’aria calda e tranquilla, i bambini giocavano felici e gli adulti si fermavano a parlare o a bere un caffè. Era molto grande, con una ampia piazzetta in mezzo segnata da un’altissima fontana di marmo, piena d’acqua fresca che zampillava senza mai fermarsi. Accanto c’era uno sconfinato palco terreno di cemento, circondato da tante scalinate anch’esse dello stesso materiale. Sembrava un antico teatro greco. Infatti lì avvenivano gli eventi più importanti della città: festa patronale, arrivo della Madonna di Fatima *, le messe quaresimali e addirittura la festa della birra!
    A dire il vero, non era una vera e propria festa della birra: era una semplice riconciliazione dove la gente mangiava, ballava, si divertiva.
    Era con alcuni dei suoi compagni di classe: Davide, Silvio, Silvestro e Lorenzo. Ma c’erano anche le sue migliori amiche Rossella e Albina.
    Parlavano tranquillamente, giocherellando un po’ con i telefoni nelle loro mani.
    - Uff, domani c’è il compito di italiano con i racconti horror! – disse annoiata Carlotta sbuffando.
    - Caspita, davvero! – concordò Silvio, sbattendosi una mano sulla fronte – E adesso che gli scrivo in quel maledetto tema? -.
    - Ma che ne so io …! – lo sgridò Carlotta.
    - Ma scrivigli di quattro fantasmi e fregatene! – disse Silvestro, sdrammatizzando.
    I sette ragazzi ridevano per quelle battute quasi stupide di Silvestro, che era abilissimo ad alleggerire le situazioni ed era un ottimo consolatore, in quanto non aveva inimicizie. Era un ragazzo alto dai capelli biondi e con due grandi occhi ambra.
    Invece Silvio faceva paragoni assurdi di animali e compagni antipatici, ridendo ogni tanto. Aveva gli occhi e i capelli marrone scuro e non era né troppo basso, né troppo alto.
    Davide era muto come un pesce, ma in fondo in fondo rideva sotto i baffi. Albina, la sua fidanzata, lo prendeva in giro per il suo comportamento, ma lui non ci faceva caso. Era alto quanto Carlotta, occhi verdi e capelli biondi.
    Albina era una ragazza solare e simpatica dai lunghi capelli rossi, occhi azzurri e delle lentiggini sparse qua e là sugli zigomi.
    Lorenzo e Rossella, ormai fidanzati da quando avevano dieci anni, erano due ragazzi magri, della stessa altezza, entrambi con gli occhi piccoli e neri, quasi a mandorla. Lei aveva i capelli lunghi e neri, mentre lui aveva i capelli rossi e ricci; si volevano tanto bene, ogni volta che si guardavano finivano per baciarsi per almeno un’oretta e mezza.
    Carlotta invece, era una ragazza alquanto solitaria e aveva un bruttissimo carattere, ma il suo corpo mascherava i suoi comportamenti: magra, slanciata, capelli lunghi e castani con occhi di colore oliva. Tutti i ragazzi della classe le andavano dietro, ma lei non voleva saperne perché non le interessavano.
    Erano diretti verso la fontanella della piazzetta, dove incontrarono la loro amica Julchen con un altro ragazzo, del suo stesso aspetto.
    - Ehi, Julchen! – la salutarono tutti insieme.
    La ragazza voltò il viso verso di loro e sorrise per l’inaspettato incontro.
    - Ragazzi, che bello vedervi! – gioì.
    I sette ragazzi si avvicinarono agli altri due, mentre si alzavano dal bordo della fontana.
    - Questo è il mio caro fratello maggiore, Gilbert – affermò Julchen, mostrando il bellissimo fratello, che le era accanto e sorrideva.
    - Piacere di conoscervi, sono Gilbert – si presentò il ragazzo dai capelli quasi bianchi e iridi rosse come il fuoco.
    Carlotta si sentì un po’ in gabbia: era la prima volta che provava quella sensazione, quasi insopportabile. Gilbert le faceva un effetto strano, come intimidatorio, ma cercò di mascherare il suo impaccio.
    - Ehm … – balbettò Carlotta, imbarazzata da quella situazione.
    - Allora ci presentiamo: io sono Davide e loro sono Rossella, Lorenzo, Albina, Silvestro, Silvio e … – cominciò Davide.
    - Carlotta … mi chiamo Carlotta … – fece un sorrisetto forzato la ragazza.
    Gilbert sorrise, prendendole la mano e baciandola.
    - Piacere, Carlotta –.
    La ragazza arrossì violentemente. “Nemmeno mi conosce e già mi bacia la mano?!” pensò stupita.
    Ritirò la mano, facendo rimanere di stucco il ragazzo che le chiese semplicemente:
    - Qualcosa che non va? –.
    - No, o meglio, come dire, sì, ehm … Ecco … Mi sono fatta male alla mano destra e ogni volta che la muovo mi fa male – trovò una scusa veloce Carlotta, cercando di fare giri di parole.
    - Oh, mi dispiace – disse Gilbert guardando l’orologio da polso – Adesso io e mia sorella dobbiamo andare, ci vediamo in giro! –.
    Si girarono e se ne andarono.
    Silvio le diede una pacca sulla spalla, ridendo.
    - Ahahah! La leonessa feroce diventa una mosca indifesa? – disse scherzoso.
    - Non è divertente, Sil! – si infuriò la ragazza.
    - Ma ti sei vista? Eri tutta rossa! – rise a sua volta Albina.
    - Ti ci metti anche tu, Al? – chiese un po’ delusa Carlotta.
    - Ammettilo, ti è piaciuto! – sorrise Rossella con un accento un tantino orientale.
    - Beh … Ehm … Sì, è carino … – confermò arrossendo.
    - Solo? – rise ancora Silvio.
    - Dai! Uffa! Perché ti diverti tanto a prendermi per i fondelli?! – gridò sottovoce Carlotta, per non farsi sentire.
    - Non ti arrabbiare, è solo uno scherzo bello e buono! Come posso farmi perdonare? – disse il ragazzino pensieroso.
    - Tutti in pizzeria! – esordì Davide.
    Tutti contenti presero le loro biciclette e si diressero verso la pizzeria più vicina al parco comunale.


    **Angolo Spiegazioni:
    Arrivo della Madonna di Fatima *: nel maggio del 2012, nella città di Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza (ovvero la città in cui è ambientata la storia) arrivò la Madonna di Fatima dal Portogallo e venne portata proprio nel parco comunale, dove si fece una messa con le scuole elementari e le scuole medie. Anche alcuni ragazzi del liceo che non andavano a scuola andarono. Questo evento viene ricordato come unico nella città di Cosenza.

    **Note piè pagina
    Ecco, l'avrò corretta una ventina di volte, ma senza Phantom Lady non sarebbe mai uscita questa meraviglia. Grazie ai suoi consigli il testo è sembrato un po' più scorrevole rispetto a quello che avevo fatto in precedenza.
    Grazie, Phantom! ^_^
    º°˜Dansk~Lietuvos˜°º

    Edited by º°˜Dansk~Lietuvos˜°º - 24/3/2013, 09:02
     
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  2. ArtemisxGyeoul
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    mi sono auto-costretta a leggerla perchè so che vuol dire postare fanfic e poi nessuno te le guarda, nn per altro, è che preferisco fic corte e divertenti, o ,se lunghe, divise in parti, ovvero facili da leggere,come le fic su deviantart

    è abbastanza carina, ma gilbert e julchen sembrano messi lì a caso, solo per ficcarci dentro hetalia, se la sviluppassi un po' e spiegassi per esempio che ci fanno lì i due prussiani e come va a finire la love-story secondo me sarebbe un fic da medaglia d'oro (?)

    poi vabbè, fregatene dei miei commenti cretini, la mia unica fic fa talmente schifo che nessuno l'ha ancora letta ed è un mese che l'ho scritta xD

    p.s. voglio lo yaoi!
     
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    Ahahah! :'D Poi posterò anche Yaoi, Artemis, anzi, la posterò domani :D
    DenLiet, DenLiet, DenLiet... * lo ripete all'infinito... * xD
    La mia OTP è appunto la DenLiet. ^_^ Comunque, oltre alla One-shot di questa Pairing Yaoi Crack, posterò anche il secondo capitolo della storia.

    Ho sbagliato a scrivere il titolo della storia... :(megustabielo): Me cretina... xDDD
     
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  4. ArtemisxGyeoul
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    ptffffff danliet nn mi dispiace, mi piacciono i crack-pairings, avevo intenzione di sprimermi il cervello per postare qualcosa della mia OTP, ovvero koreancest, ma no, sono troppo imbranata

    cmq vai tra, nanch'io sono brava in inglese
     
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    Ecco il secondo capitolo! :D

    Capitolo 2 - Pizza Bavarese
    I ragazzi si diressero verso il ristorante più vicino al parco comunale con le loro biciclette. Appena arrivarono, poggiarono le loro bici nel loro apposito parcheggio ed entrarono.
    Le pareti del ristorante erano dipinte di un rosso caldo, accompagnato da un effetto a spugna dorato, le mattonelle erano di marmo color terra e l’arredamento era rustico. Si respirava un’aria molto accogliente e anche alquanto invitante.
    I sette sedicenni si avvicinarono al tavolo più grande presente nella sala e si sedettero. Dopo un po’ arrivò una cameriera che distribuì a ognuno il menù.
    I ragazzi iniziarono a chiacchierare sul loro incontro con il fratello di Julchen.
    - Cioè, ti ha baciato la mano! – disse entusiasta Albina, applaudendo piano.
    Carlotta fece finta di niente, non voleva arrabbiarsi con la sua migliore amica: se ne sarebbe pentita amaramente.
    - Dopotutto è un bel giovane! – sorrise Silvio.
    - Già, anche più bello di noi! – si infuriò lievemente Silvestro, incrociando le braccia al petto.
    La ragazza per cercare di non superare il limite della pazienza preferì leggere il menù e scegliere la cena.
    Passarono alcuni minuti e i suoi amici continuavano a parlare di Gilbert e della sorella. Nel frattempo arrivò la cameriera a ritirare il menù.
    - Avete deciso? – chiese.
    - Io prendo una pizza margherita e un po’ di macedonia che preparate solo il sabato … - disse Carlotta porgendole il libretto plastificato.
    I suoi compagni non avevano nemmeno aperto il menù e quindi rimasero qualche secondo in silenzio. Poi con lo sguardo si misero d’accordo e fecero tutti la prenotazione di Carlotta.
    La signorina si diresse verso la cucina.
    Silvio e Silvestro iniziarono di nuovo quel discorso interrotto di recente e anche gli altri si unirono.
    Dopo tante domande anche fuori luogo, Carlotta sbottò:
    - E che cos’è! Ma la smettete di essere così pettegoli? Gilbert è un ragazzo come tutti gli altri! –.
    Tutta la gente intorno si zittì: i vocii delle persone presenti diventarono silenzio. Il bello e che tutti guardavano Carlotta, che dalla rabbia si era anche alzata dalla sedia.
    E che tra quelle persone c’erano anche Julchen e Gilbert.
    Carlotta li vide: erano proprio al tavolo vicino al loro.
    Gilbert la stava guardando, con occhi pieni di stupore e con la bocca semiaperta.
    La ragazza arrossì imbarazzata e si sedette di nuovo facendo finta di niente.
    I suoi amici le chiesero sottovoce:
    - Che c’è? –
    - Gilbert è qua accanto – rispose con voce rotta.
    Si girarono e videro Julchen e Gilbert mangiare una pizza bavarese e bere coca-cola.
    Si voltarono verso Carlotta e ridacchiarono per qualche secondo.
    - Oddio, che imbarazzo! – sussurrarono.
    Le persone iniziarono a parlare di nuovo e non ci fece più caso nessuno.

    - La giornata non poteva andare di peggio! – disse Carlotta buttandosi sul suo letto.
    - Che ti è successo? – chiese Francesco.
    - Oggi alla villetta ho incontrato il fratello di Julchen e mi è piaciuto fin dal primo istante … Mi ha baciato anche la mano! – disse divertita la ragazza.
    - Uh, che gentiluomo! – si stupì l’undicenne.
    - E tutti i miei amici sparlavano di lui, io mi sono arrabbiata e ho gridato di non parlare di lui. Tutta la gente ha smesso di parlare all’improvviso e mi guardavano tutti. Tra tutte quelle persone c’era anche lui! Ed era proprio vicino al nostro tavolo! – si imbarazzò Carlotta al solo pensiero di quella situazione avvenuta poco prima.
    - Che imbarazzo, sorellona, è per questo che ti dico di calmarti e di contare fino a dieci per stare più tranquilla. Fidati, anche se ho undici anni, Gesù mi dice cosa devo fare – la consolò il più piccolo.
    - Già, fratellino … – sospirò.
    - Dimmi, come si chiama? – chiese di nuovo Francesco.
    - Gilbert. Di cognome Beilschmidt, visto che Julchen fa Beilschmidt anche lui ha il suo stesso cognome –
    - Non è di qui, vero? –
    - No, credo sia tedesco –
    - Da quello che mi dici sembra un bravo ragazzo. E tu sei cotta alla grande! – ridacchiò lui.
    - Ti diverti a prendere in giro una povera ragazza innamorata, eh, mocciosetto? – rise a sua volta Carlotta lanciandogli uno dei suoi cuscinetti rossi e verdi a forma di cuore.
    - No dai, seriamente, secondo me sareste una coppietta perfetta – sorrise il bambino alzandosi dal suo lettino e ridandole il cuscino.
    - Un giorno di questi te lo farò conoscere – disse Carlotta rimettendo a posto il cuscinetto.
    - Adesso dormiamo, si è fatto tardi – sbadigliò Francesco, sdraiandosi sul letto e chiudendo la luce – Buona notte! -.
    - Buona notte! –.
    Carlotta chiuse gli occhi e prima di addormentarsi, pensò:
    - Ah, Francesco, tu sei la reincarnazione moderna di San Francesco D’Assisi … Solo che lui si è accorto da grande dell’aiuto di Dio e tu invece l’hai intuito dalla nascita … –.


    **Note
    Vi chiederete sicuramente chi è questo Francesco, vero? Beh, la sottoscritta ha in mente tanti OC, e lui rappresenta la città di Assisi.
    E qui iniziano i problemi per Carlotta... xD
    Sto facendo il terzo capitolo, forse lo posterò tra qualche giorno...
     
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  6. ArtemisxGyeoul
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    QUESTA FANFIC è GGGIOVANE! :(riot): scusa, nn ho saputo resistere :(rotfl):
     
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    :D xDDD * ride come una cretina *
    Danimarca: è.é ?
    Io: è.é ? ù.ù
     
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    Aggiorno!

    Capitolo 3 – Il sogno di Gilbert
    « Carlotta! Francesco! Svegliatevi! » gridò Miriam, la loro madre, aprendo la tapparella e spalancando la finestra « Sono le nove! »
    I due ragazzi, un po’ storditi, si misero a sedere sui propri letti, strofinando gli occhi e sbadigliando.
    « Buongiorno … » dissero.
    Carlotta mise ai piedi le pantofole e si alzò, stiracchiando le braccia.
    « Ho un mal di stomaco … » sussurrò grattandosi la testa.
    « Fai colazione e ti do le gocce » affermò Miriam, uscendo dalla stanza e dirigendosi verso la cucina.
    « Quelle gocce micidiali, dici? » chiese Francesco.
    « Ahah … » annuì.
    Anche il bambino si alzò e tutti e due seguirono la loro madre.
    Si sedettero a tavola e trovarono già la colazione sul tavolo.
    « Colazione inglese? » sorrise Francesco.
    Miriam si sedette insieme a loro e cominciò a mangiare.
    « Me l’ha consigliata la madre del compagno di tua sorella, Arthur » annuì la donna.
    Per miracolo a Carlotta non le prese un colpo.
    « A-Arthur?! » balbettò.
    « Beh? Che c’è di male? » chiese sua madre.
    Lei e Arthur non andavano per niente d’accordo, erano come cane e gatto. Si odiavano a vicenda e non c’è un motivo preciso, perché la maggior parte delle volte litigano su tutto: sui voti, sui temi che facevano, sulla cucina … Facevano addirittura a gara a chi sapeva meglio la geografia!
    « Quell’idiota … » pensò ad alta voce Carlotta.
    Francesco e Miriam si guardarono per qualche secondo.
    « Sorellona, mi sa che il mal di stomaco è un sintomo di febbre da cavallo » ridacchiò il fratello.
    Miriam cercò di non mandare più avanti quel discorso: non voleva che Carlotta iniziasse a fare baldoria sparando una delle sue scemenze, che ogni tanto le scappano di bocca quand’è troppo arrabbiata. Inventò una scusa, semplice ma geniale.
    « Ragazzi, che ne dite di andare in giardino ad annaffiare le piante? Oggi ho un mal di schiena … » mentì toccandosi la schiena facendo finta di massaggiarsela.
    « Certo! » annuirono i ragazzi, andando a lavarsi e a vestirsi.
    Dopo alcuni minuti eccoli lì, con gli stivali di gomma, dei jeans, una maglietta a maniche corte e un cappellino di paglia alla moda campagnola.
    « Gli attrezzi sono nello sgabuzzino vicino al garage! » disse Miriam.
    I due uscirono fuori di casa e si diressero verso quello sgabuzzino di cui la loro madre parlava. Una volta trovati tutti gli attrezzi, chiusero la porta e iniziarono a lavorare.
    « Tu cacci le erbacce, io invece annaffio il roseto lì, d’accordo? » organizzò Carlotta.
    Francesco annuì e presero delle strade diverse.

    « Che odore di rose … » pensò l’albino, guardando quel vasto giardino « Non sapevo che le rose emanassero un odore così forte. Ma dopotutto, il Magnifico Me sa tutto, perciò sarà solo stato un flash mentale! ».
    Si introdusse in quello splendido giardino: era uno spettacolo, un vero e proprio paradiso terrestre.
    Una scala in mezzo a immense aiuole di rose che con i loro colori formavano quasi una tavolozza di un pittore, gli alberi di ciliegio erano sparsi qua e la come tante biglie su un tavolo, i loro fiori rosa inebriavano nell’aria un profumo degno della primavera.
    Gilbert si abbassò su una di quelle “tavolozze” e con delicatezza strappò una rosa rossa. Chiuse gli occhi, la portò vicino al naso e la annusò, godendo il piacevole odore che entrava piano nelle narici.
    Aprì gli occhi e guardò in alto, verso il resto della scala di legno.
    Si alzò e osservò la rosa che poco prima aveva strappato dalla terra e lo rigirò più volte nelle mani, facendo attenzione alle spine presenti sullo stelo di quel fiore, del quale il colore indicava l’amore, la passione, il sangue, la vita. Sì. La vita.
    Sorrise alla medesima pianta e la fissava incantato.
    Un cigolio lieve fece volar via i pensieri che circolavano nella mente di Gilbert. Rimise i piedi a terra e guardò verso la scala: vide una ragazza con una lunga treccia e un cappellino di paglia.
    « Felice di rivederti, Carlotta » disse, salendo i gradini.
    Carlotta sobbalzò: non si era accorta di lui. Arrossì violentemente e iniziò a tremare lievemente.
    « Ciao, Gilbert » balbettò imbarazzata.
    « Cosa ci fai da queste parti? »
    « Annaffio le piante del mio giardino ».
    Gilbert si guardò per l’ennesima volta intorno e per lo stupore spalancò la bocca. Per un attimo la guardò dritta nei suoi occhi color oliva.
    « Tutto questo … è opera tua? » chiese.
    « Non proprio, mia madre è riuscita a fare tutto ciò » sorrise la ragazza, grattando lievemente la nuca.
    « Ma è fantastico, semplicemente stupendo! Il Magnifico Me ama questo posto! » disse Gilbert a braccia aperte, sorridendo.
    « Mi fa piacere, Gilbert » sorrise a sua volta Carlotta, notando la rosa in mano al ragazzo.
    « Allora penso che questa sia tua! » porse la rosa alla ragazza.
    « Puoi tenerla, non preoccuparti … »
    « Davvero? Grazie, la porterò a mia madre! » mise la rosa nella sua sacca.
    Gilbert e Carlotta iniziarono a camminare verso il centro del giardino.
    « Sai, mia madre è malata da un bel po’ di tempo » disse Gilbert « E ha bisogno di cure intensive ».
    « Quindi, è per questo che siete venuti qui? » chiese la ragazza.
    « Anche » affermò l’albino, guardandola.
    « Ah, capisco … » si dispiacque.
    « Mia madre ama le rose … » sussurrò Gilbert, guardando a terra con un po’ di nostalgia.
    « Dai, tua madre guarirà » cercò di rassicurarlo Carlotta.
    « Le speranze sono poche … » disse il ragazzo « Però dubito che molli al primo ostacolo: lei è forte »
    « Ci credo. Anche mio padre è stato male, ha avuto una brutta malattia ma è guarito »
    « Di che malattia si trattava? » chiese.
    « Tumore allo stomaco »
    « Mia madre ce l’ha ai polmoni … »
    Carlotta lo guardò, ricordandosi della sua bisnonna, morta con il cancro ai polmoni: sa che le speranze sono davvero poche e infatti non ce l’ha fatta. Al solo pensiero di quella volta, la ragazza sbatté una mano sulla fronte e la strofinò per tutto il viso.
    « Che c’è? » chiese incuriosito Gilbert.
    « Oh, niente, è solo il mal di stomaco » mentì.
    Gilbert si preoccupò, ma mascherò quel sentimento che provava raramente.
    « Meno male, pensavo che tu … »
    « Che io? »
    « Niente, niente »
    Carlotta si girò verso di lui e gli prese le mani.
    Il ragazzo era alquanto stupito di quel gesto inaspettato.
    « Se vuoi distogliere dalla tua mente quei brutti pensieri che ti fanno star male, pensa a qualcosa di bello, che ti piacerebbe fare » lo rassicurò la mora, stupita per quello che aveva detto.
    Lui chiuse gli occhi e pensò alle lunghe giornate trascorse insieme a sua sorella e alla sua mamma, quand’era piccino.
    « Non mi prendi! Marameo! » rideva Julchen, uscendo la lingua.
    « Ah, sì? Il Magnifico Me ti riuscirà ad acchiappare! » sorrise Gilbert afferrando sua sorella e levandola in aria, con le mani.
    La sua sorellina rideva, perché le piaceva quando suo fratello la prendeva per le mani e la faceva volare in aria. Il suo più grande desiderio era quello di volare come i gabbiani e le rondini, nel cielo blu, con un paio d’ali come quelle degli angeli.
    « Bambini, non fatevi male! » disse la loro madre, avvertendoli.
    Ma dopotutto, loro si divertivano, perché fermare quel sogno?
    Dagli occhi di Gilbert comparve una lacrima che rigò il suo viso pallido. Quel pianto che stava iniziando non era di dolore, ma di gioia: quei pensieri lo facevano tornare bambino, gli facevano ricordare i momenti più belli vissuti nell’infanzia. Fece un bel sorriso, accompagnato da un piccolo singhiozzio.
    Carlotta si commosse. Non esitò a mettergli la mano sulla guancia, asciugando quelle lacrime cadute dai suoi occhi rosso fuoco.
    Ma tornò alla realtà, la ragazza, e cacciò la mano dal viso.
    « No, è troppo presto per il bacio … » pensò.
    « Grazie, Carlotta » sussurrò Gilbert tra singhiozzii e lacrime di gioia.
    « Io non ho fatto niente » affermò « è stata la tua mente »
    Gilbert le prese il viso con delicatezza, e lo avvicinò al suo. Erano a due centimetri l’uno dall’altro.
    « AH-EHM … Mi dispiace interrompervi … » disse qualcuno.
    I due si guardarono per un istante poi guardarono la persona che aveva interrotto il loro “bacio”.
    « Sorellona, ho finito di cacciare le erbacce … » rise Francesco, imbarazzato da quella situazione.
    I due ragazzi risero insieme a lui.
    « Gilbert, ti presento mio fratello Francesco » lo presentò Carlotta.
    « Piacere, Francesco, sono Gilbert » disse il tedesco porgendogli una mano, sorridendo.
    « Ha ragione Carlotta, allora, sei proprio un bel ragazzo! » ridacchiò Francesco, stringendo la mano.
    La sorella arrossì più di quanto lo fosse già e si infuriò.
    « Francesco » lo fulminò con lo sguardo e col tono di voce.
    « Scusa! » si impaurì il bambino.
    « Ma povero! Ha solo espresso la sua opinione! » rise Gilbert « Mi fa piacere che tu abbia detto questo di me, Carlotta, perché trovo che tu sia molto carina »
    « Dio, quanto è schietto! » pensò.
    « E devo dire che senza di te stanotte non avrei sicuramente dormito per via di mia madre … » continuò.
    « Ripeto, io non ho fatto niente … » balbettò Carlotta.
    « E invece sì, fidati del Magnifico Me » le sussurrò vicino ad un orecchio, facendole un occhiolino « Si è fatto tardi, io devo fare ancora la spesa e devo tornare a casa prima di mezzogiorno, cos’è un pranzo senza cibo da mettere sotto i denti? »
    Francesco rise e disse che è stato bello conoscerlo e ha anche ribadito che a sua sorella le avrebbe fatto piacere se tornasse di nuovo a casa loro.
    Gilbert sorrise al bambino e fece un cenno con la mano in segno di saluto. Poi se ne andò.
    Carlotta guardò con aria minacciosa il fratello: aveva una matta voglia di strozzarlo.
    « Vieni qui, mocciosetto, adesso ti sbocconcello e ti mangio per pranzo! » urlò, rincorrendo il fratello, che scappava di qua e di la per il giardino, inciampando ogni tanto.
    « AAAAAAAAAHHHH!!! SCUSA, SCUSAAA!!! » piagnucolava il fratello, ormai senza speranze di salvarsi da una crisi isterica della sorella.
     
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  9. ArtemisxGyeoul
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    io so cos'è il mal di pancia di Carlotta :(rotfl): ciclo :(rotfl):
    scherzo, ovvio, ma oddio, la fan fic è fantasticaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
     
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  10.     +1   -1
     
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    Grazie! L'ho postata anche su EFP! :D Mi fa piacere che ti piaccia... Continuerò verso la fine di Aprile inizio Maggio :D E ci sarà un capitolo speciale! :3

    :(rotola): Devo ammetterlo, sono innamorata della mia stessa Fanfiction... Ma solo perchè per me è come un regalo per l'onomastico da parte mia! (Già, mi sono fatta un regalo da sola! x'D)
     
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  11. ArtemisxGyeoul
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    sai i reagli che mi auto-faccio x il mio complranno (la sfiga di essere nate il 16 di agosto....) beh, sono giustificata, nn c'è mai nessuno che sia qui/se lo ricordi....
     
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    𝐏𝐀𝐆𝐄 𝐎𝐅 𝐖𝐀𝐍𝐃𝐒

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    Allora, potremmo fare un compleanno noi sole e lo festeggiamo sul forum xD Anche perchè non credo che qualcuno sia attivo per farci gli auguri .-.
    Danimarca: Ma quanto sei sconclusa, Dansk? xD
     
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  13. ArtemisxGyeoul
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    yeee festeggiamo da gemelline!!!!! (csualmente i koreani lo festeggiano il 15 d'agosto....)
     
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    Davvero? o.O Non lo sapevo! xD Anche Svizzera lo festeggia ad Agosto, però quindici giorni prima del nostro x'D L'1 Agosto...
    Se abbiamo ogni tanto delle crisi isteriche o istinti omicida, non preoccupiamoci, è il nostro segno x'D
    Danimarca: Ecco un'altra delle sue battute sconcluse xD
     
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  15. ArtemisxGyeoul
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    beh, il leone è pigro, ma sa uccidere (descrizione perfetta di me)
     
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35 replies since 22/3/2013, 22:09   154 views
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